quali sieno i libri che state leggendo, e che hanno forza di rite-
nervi a Milano; e il saper questo mi servirebbe anche di regola
p[er] le mie letture. Addio, Carissimo. State lieto voi, e ama-
temi e scrivetemi p[erj far lieto me. Scriverò, finito il mese, al
Sartori. Addio, addio.
[Milano] l’ultimo dì dell’anno [1817] |
Mio caro Giacomino, questa sarà per darvi il buon anno, e rispon-
dere alla vostra dei 22.
La migliore delle storie del Bartoli a me pare la Cina, e la più dilet-
tevole anche a leggere, poi l’Asia e il Giappone. L’Inghilterra mi pare
inferiore di stile, come troppo lavorato e contorto. Inoltre non vorrei
che la leggeste; tanto è piena di atroci e disumani supplizi, che vi con-
tristerebbero insanabilmente. A un più duro cuore lascerei leggerla;
e potrebbe ricavarne riflessioni filosofiche, ma pur tristi. Le sue opere
morali sono di stile delirante, e di confuso e indigesto disegno: piene
però, anzi traboccanti di erudizione; e ci è da guadagnare anche di
vocaboli belli e proprii, massime nelle arti materiali.
Spiacemi che vogliate perdere il tempo, e ingombrare e stancare
la testa in quelle spinose goffaggini de’ critici del Tasso; de’ quali non
si possono sopportare se non i sette libri di Paolo Beni, molto bene
scritti; e pieni ancora di cose buone. Del Tasso medesimo non appro-
verei se leggeste altre prose che le indicatevi da me. Ma quelle vorrei
che ben consideraste; parendomi notabilissime di uno stile nobilissimo,
tutto suo. I suoi discorsi sul poema contengono cose belle, miste a sco-
lasticaggini fastidiose e più che inutili.
Che facciate esercizio di pazienza collo Stella, può essere scusato
dalla necessità. Ma che diavolo andate ad infangarvi col più infame
diffamato mascalzone di quell’Acerbi, che tutti predicano per spia pub-
blica; ed è questo il minimo de’ suoi vituperi? Ringraziate dio ch’egli
non vi scriva; e non contamini una così pura e nobil fama come la
vostra, con quella sua tanto divulgata e abominata infamia. Eh lasciate
al diavolo la biblioteca; la quale è tanto screditata, e tanto va scemando
di compratori, che tra non molto si spegnerà, e vedrete multo non sine