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ghetta che mandai a Piacenza, come mi dicevate. E perche nel- l’altra vostra dei 30 9bre alla quale ho risposto di sopra, mi pro- mettevate di scrivermi da Milano, non ho voluto mandar que- sta prima di ricevere vostra lettera di costà. L’ho ricevuta, e vengo dunque alla vostra dei 13. Avete fatto quanto al Seno- fonte più assai ch’io non domandava; e ve ne ringrazio senza fine. Dal vedere che non farete stiticherie intorno al dirmene e ripigliarvene il prezzo, argomento che non vi sia discaro il farmi di questi servigi, e ch’io potrò domandarvene qualche altra volta. Quando poi al tutto non vogliate ch’io vi rimborsi se non in Recanati, bisognerà che m’accomodi al voler vostro. Salutate da mia parte il nostro Mai, e ringraziatelo caldamente così del- l’opera prestatami pel Senofonte, come dei libri che mi regala. Subito che gli avrò ricevuti, gli scriverò, com’è dovere, p|er] ringraziarlo io: non iscrivo adesso, perchè non sapendo che libri sieno, converrebbe che lo ringraziassi troppo asciuttamente. Fate dunque le mie parti voi che siete un altro me. L’opera del Monti penso di farmela venire. Del Borghesi, se intendete dire che io lo conosca di nome e di fama, vi siete apposto, se di persona, no. Della carestia di libri a Roma era bene informato. Ho certe opere io nella mia porca bicocaccia che non si sono potute tro- vare in tutta la nostra veneranda arcidottissima capitale, aven- docele fatte cercare. Addio, carissimo e dilettissimo mio. Vogliatemi bene e con- servatevi al più ardente e smanioso degli amici vostri: il quale così potesse esser felice e beato in voi, come in se stesso sarà sempre infelice, e andrà tuttavia lamentando Usuo fato ed il per- duto Fior de la forte gioventù} Vi ringrazio di nuovo con tutta l’anima. Addio. Addio. rii. A Pietro Giordani. Recanati li 29 Xbre 1817. Avendo risposto alla vostra dei 13, non m’accade quanto al Senofonte altro che ripetere i ringraziamenti e di nuovo pre-