Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/270

1 GIACOMO LEOPARDI diamo molto non p[er] l’inclinaz.0 amando lui gli stessi studi che io, ma p[er] le opinioni. Questi vi ama come è naturale, solo che altri vi conosca in qualche modo, e questi è il solo solissimo con cui apro bocca p[er] parlare degli studi, il che spesso si fa e più spesso si farebbe se si potesse senza disputa, le quali sono fratellevoli ma calde. Mi duole fieram.' del vro panegirico che ancora è p[er] la strada. Oh qua bisognerebbe che venissero gl’im- pazienti e q.1' che quando desiderano una cosa ardentem.c non sanno soffrire indugio. Io pure una volta avea q." vizi, ma vi so dir io che q.‘° inferno doma tutte le passioni. Il cavalcare che mi consigliate certo mi gioverebbe, ed è uno dei pochi eser- cizi che io potrei fare, dei quali non è nè il nuotare nè il giocare a palla nè altro tale che non molto fa mi avrebbe dato la vita ed ora mi ammazzerebbe, quando io mi ci potessi provare, che è impossibilissimo. Potrei, dico, cavalcare se avessi molte cose che non ho. Vo contando, mio caro, i giorni e i mesi che mi bisogna pas- sare prima di vedervi. Intanto scrivetemi spesso, come fate, p[er] confortarmi e rallegrarmi, e se potete a lungo. La materia non vi può mancare sapendo quanto io brami di sentirvi parlare dei nfi cari studi. Ma se le vre brighe ancora durano, scrivetemi brevem.c Addio carissimo. Mio padre, al quale bastò di leggere due o tre delle vre operette p[er] prendervi perpetuo amore vi saluta. Io vi abbraccio con t.a l’anima. Addio. Non so se sappiate che a Roma si prepara una ristampa magni- fica dell’Eneide del Caro, a spese d.la Principessa di Galles. Ditemi che cosa pensate dell’ediz.' del Sonzogno, c se voi ci avete avuta veruna parte.6 Appena ho scritto che venute le gazzette di Roma, vedo Devonshire in vece di Galles, e la vanità di questo mio darvi una nuova che è già pubblica. Vedo anche promesse le stampe del Dittamondo, e d.,B traduz.e di Quinto Calabro del Baldi.7