Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/268

gna fuorché vivere. Per l’Italia nostra, mio giacomino, per la nostra sfortunata e cara madre, sappiate vivere. A ciò solo pensate: reliqua omnia adiicientur tibi.’ Della vostra lettera Dionisiana già vi scrissi come a me e al Mai (che l’ha nelle mani) parve maravigliosamente bella; e vi ripeto che la stampiate pure. Riveritemi assai assai il vostro Signor Padre; scrivetemi spesso: volete me’ ch’io non vi chieda che mi vogliate bene: lo so lo so che me ne volete, e dovete volermene. Come non amereste un uomo, che amando pochissimi, voi ama singolarmente e smisuratamente? Addio, deliziosissimo e miracoloso giacomino mio. Vi ama con tutto il cuore il vostro giordani

93. A Pietro Giordani.
Recanati 26. 7bre 1817.

Mio carissimo. Rispondo alle vre dell’i e del 9. Il nfo buon Mai mi ha scritto con q.la cortesia che suole. Ho risposto:1 ma non avrà ricevuta la lettera se ha intrapreso il viaggetto che mi diceva. Veram.® è un bel vezzo q.‘° dello Spettatore di mutare a beneplacito gli scritti altrui. A me pure ha fatto tante volte q.‘° servigio, che ho giurato di non fargli aver più sillaba del mio; ma perchè è pure una cosa comoda quell’avere un giornale a sua posta, come q.t0 finora m’è stato, temo di non diventare spergiuro una volta o l’altra. La salute in q." giorni potrebbe andar peggio. Di muoversi di qua nè anche si sogna. A voi suc- cede q.'° che succederà a me se mai vedrò il mondo: di averlo a noia.2 Allora forse mi dispiacerà e fors’ anche mi piacerà que- st’eremo che ora abborro. E quando dico mondo, intendo q.to mondo ordinario, perchè forse volendo non otterrei, ma certo non voglio nè titoli, nè onori nè cariche, e Dio mi scampi poi dalle prelature che mi vorrebbero gittar sul muso, Dio mi scampi da Giustiniano e dal digesto, che non potrei digerire in eter- no.5 Certo che non voglio vivere tra la turba; la mediocrità mi fa una paura mortale; ma io voglio alzarmi e farmi grande ed eterno coll’ingegno e collo studio: impresa ardua e forse vanis- sima p[er] me, ma agli uomini bisogna non disanimarsi nè dispe-