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qualche parola equivoca con cui però ho voluto significare inter- rompimento e non isconvolgim." d.la serie. Nè anche mi pare di aver detto che il compilator dell’Estratto sia stato di poco giudizio: perchè tutto il male che ho detto dell’Opera pigliata pfer] Compendio, se q.ta si pigli pfer] Estratto, viene a esser come non detto. Anzi se ho a dire il vero, mi pare che chi fece l’Estratto fosse giudizioso ed intendesse bene l’autore, cosa che Ella sa quanto spesso si desideri in questi tali. Ma rivedrò il mio scritto, e trovando q.“ errori, li correggerò. Io dubitava che certe mie parole intorno al Ciampi potessero parer troppo gravi: ora ch’Ella me n’ammonisce, le muterò. Forse la Lettera si pubblicherà tra non molto, come ho scritto al nro Giordani pma a Venezia poi a Piacenza, non sapendo che fosse tornato a Milano. Ella si figuri con quanto piacere e gratitudine rice- verò il Sibillino’ che Ella ha pubblicato e vuol donarmi. Sen- z’altro i posteri peneranno a credere che Ella abbia potuto fare tante cose tanto belle in tanto poco tempo. Ora quanto non mi debbo rallegrare io che un uomo come lei non isdegni di pen- sare a me e scrivermi e mostrarmi tanta benevolenza? e non le sia grave poiché ha cominciato, di seguitare, avendo pfer] cosa infallibile che io come sono così sempre di cuore sarò

Suo Devmo e Affettuosissimo Servo
G.L.
88. Di Pietro Giordani.
Piacenza 9. Settembre [1817]

Contino mio amatissimo. Vi scrissi pochi giorni sono, per avvisarvi che di qua non posso muovermi, nè andare a Venezia e a Vicenza. Ora rispondo alla vostra carissima dei 29. agosto. Spero certamente che da Venezia il mio amico Cicognara mi rimanderà le vostre due. Non mancai di salutare per voi il Cesari ed il Mai, che già vi stimano e vi amano assai. Se stampate la lettera Dionisiana, credo che debba farvi grandissimo onore: e molto l’ammirò anche il Mai, col quale ne