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lo stile greco vi si adatta e piega, e vi sta così molle così dolce, naturale, facile, svelto, che in somma sta nel luogo suo e par fatto a posta p[er] questa lingua. Ecco qui un nembo e una furia di pensieri, che vi vorrei dire: li serbo p[er] quando ci vedremo. Molto vi compatisco nelle vostre brighe e molestie. Cotesti sono quelli che i greci chiamavano adXou<;. Spesso mi viene in bocca e mi piace assai questa parola ora che uno àOXo? che io facessi, sarebbe l’ultimo. Se non che questo pure è un terribile àdXoi; d’ingoiarsi così i giorni e i mesi come fo io. Con qual parola italiana renderemmo questa greca? Travaglio ha il disgustoso ma non il grande e il vasto. Non per tanto io non m’arrischio di affermare che questa parola non si possa rendere in italiano, tanto poco mi fido di conoscere questa nostra lingua sovrana immensa onnipotente. Mi dispiace che non abbiate ricevuta la mia sopra il Dionigi, solamente perchè in essa p[er] mettere in chiaro la questione, recava certi confronti nuovi, che non vor- rei che qualche straniero li mettesse fuori prima degl’italiani, nè anco che venissero in mente al Visconti,2 il quale sincera- mente vi dico che io non amo niente affatto, perchè mi pare che si sia scordato dell’italia, (a cui, lasciando stare che è sua patria, di che non è tenuto un antiquario?) avendone abbando- nato non solo la terra ma la lingua. Mi direte che scrive le sue cose in francese, perchè tutti l’intendano. Rispondo che que- ste cose che hanno a essere Europee, non vanno scritte nè in francese nè in italiano (come facea il Visconti quando era in italia) ma in latino, e ve n’addurrei molte prove, ma voi già le saprete, ed io non voglio esser troppo lungo. Vi rimando la nota degli associati al Beicari, ma mi dispiace che l’abbiate senza l’altra mia, dove nuovamente vi scongiurava a perdonarmi la scarsezza del numero che m’è scemato crudelmente fra le mani. Perchè intanto voi non avete avuto da me alcun ringraziamento pel vostro libro sul Dionigi, vi dico che ve n’ho sommo obbligo, e che m’è infinitamente piaciuto, tanto che l’ho Ietto due volte da capo a piè, e molte altre sparsamente qua e là, e nell’altra mia vi ringraziava singolarmente della cura che avevate avuta di mandarmelo così subito pubblicato. Mio padre vi saluta molto