pre la Signoria in mezzo che mi sentisse. Se Ella mi promette
di corrispondermi, le prometto anch’io che quanto a Lei farò
un crocione alla Signoria. Son persuaso che in queste baie non
istà l’amicizia, ma quando un uso porta più comodi e vantaggi
che un altro mi par che sia da preferire.
I consigli che Ella mi dà intorno al curare la mia salute sia
certa che gli ascolto e ne fo grandissimo conto e li seguo il più che
m’è possibile. Della dozzina spero che ci accorderemo. Basta
che Ella si risolva di venire e il più presto che potrà, il che
mio padre (che la saluta) vuol che le raccomandi ogni volta
che le scrivo. Mi rallegra il sapere che Luigi Uberto Giordani
le sia congiunto di sangue. E molto tempo ch’io l’ho p[er] uno
del piccol gregge, ma non m’era mai riuscito avendone chiesto
a molti, d’aver notizia della sua persona.
Con quest’altra spero che sarà la sua cartuccia d’associazione
alla ristampa del Beicari, per la quale ho creato otto cercatori
in diverse città, e tuttavia mi vergogno a pensare che avendole
promesso pochissimo le darò molto meno. Ma che vuol che le
dica mai se qualche cercatore s’è scordato di cercare non ch’al-
tro nella sua borsa? Non vorrei però ch’Ella si ritenesse dal
comandarmi, perchè spero che un’altra volta forse con non mag-
gior premura avrò maggior fortuna. Le sottoscrizioni essendo
in più carte, ne le manderò solamente copia, riserbandomi di
mandare gli originali a Lei o al Cesari, quando Ella m’abbia detto
che sieno necessari, e come potrei fare p[erl non iscomodare
il Cesari mandandoli p[er] la posta. Caro Signor Giordani, seguiti
a voler bene al suo amantissimo
G.L.
Stimatmo Signore
Ho ricevuto l’opuscolo manoscritto ch’Ella mi ha fatto l’onore di
spedirmi colla pregiatma sua in data 19. Maggio p.° p.°, e non ho