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pre la Signoria in mezzo che mi sentisse. Se Ella mi promette di corrispondermi, le prometto anch’io che quanto a Lei farò un crocione alla Signoria. Son persuaso che in queste baie non istà l’amicizia, ma quando un uso porta più comodi e vantaggi che un altro mi par che sia da preferire. I consigli che Ella mi dà intorno al curare la mia salute sia certa che gli ascolto e ne fo grandissimo conto e li seguo il più che m’è possibile. Della dozzina spero che ci accorderemo. Basta che Ella si risolva di venire e il più presto che potrà, il che mio padre (che la saluta) vuol che le raccomandi ogni volta che le scrivo. Mi rallegra il sapere che Luigi Uberto Giordani le sia congiunto di sangue. E molto tempo ch’io l’ho p[er] uno del piccol gregge, ma non m’era mai riuscito avendone chiesto a molti, d’aver notizia della sua persona. Con quest’altra spero che sarà la sua cartuccia d’associazione alla ristampa del Beicari, per la quale ho creato otto cercatori in diverse città, e tuttavia mi vergogno a pensare che avendole promesso pochissimo le darò molto meno. Ma che vuol che le dica mai se qualche cercatore s’è scordato di cercare non ch’al- tro nella sua borsa? Non vorrei però ch’Ella si ritenesse dal comandarmi, perchè spero che un’altra volta forse con non mag- gior premura avrò maggior fortuna. Le sottoscrizioni essendo in più carte, ne le manderò solamente copia, riserbandomi di mandare gli originali a Lei o al Cesari, quando Ella m’abbia detto che sieno necessari, e come potrei fare p[erl non iscomodare il Cesari mandandoli p[er] la posta. Caro Signor Giordani, seguiti a voler bene al suo amantissimo G.L.

75. Di Giuseppe Acerbi.
Milano 25. Giugno 1817.

Stimatmo Signore Ho ricevuto l’opuscolo manoscritto ch’Ella mi ha fatto l’onore di spedirmi colla pregiatma sua in data 19. Maggio p.° p.°, e non ho