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68. Di Francesco Cassi.
[Pesaro, 30 maggio 18x7]

Carissimo Amico, e Cugino Stimando che sia meglio adoperare fra congiunti il linguaggio del cuore, piuttosto che ogni altra maniera di esprimersi, sbandisco da que- sto foglio titoli e complimenti, e sinceramente vi ringrazio del cor- tese ufficio a me pratticato nella vostra lettera 18. Aprile p. p. che per uno de’ soliti errori postali io non ho ricevuta che l’altro dì assieme colla traduzione vostra del secondo della Eneide da voi gentilmente donatami. E siccome dall’affibbiatami calunnia mi è derivato il bene di rice- vere i vostri caratteri, punto non me ne dolgo: ed anzi sono grato a’ miei calunniatori, i quali mi aprono la via onde giungere all’acquisto della preziosa amicizia vostra. Non ho duopo di molte parole per provarvi che è inganno il repu- tarmi autore dell’articolo inserito nel LIX. quaderno dello Spettatore. Non havvi in Pesaro persona che sia posseditrice di questo Giornale. Laonde io non solamente ignoro la critica, ma non conosco neppure l’opera criticata. Se a vostro agio mi rimetterete sì l’una, che l’altra, mi farete cosa gratissima, desiderando io di conoscere la mia supposta reità. Giulio Perticari è stato sensibilissimo alle vostre espressioni a di lui riguardo, e vi ringrazia, e vi saluta con tutta la tenerezza dell’ot- timo di lui cuore. Piaccia a voi di ricordarmi a tutti di casa, verso i quali tutti pro- fesso stima, rispetto, ed amore. E voi non vi stancate nella coltura de’ vostri crescenti allori. E se dalle radici del sacro Monte1 che per me non furono mai superate potrò un giorno vedervi asceso alla cima, ne sarò beatissimo, e meco lo saranno tutti coloro che amano la gloria nazionale, e la lingua degli dei. Amatemi, e credetemi sempre Il Vostro Aff.mo Amico e Cugino Francesco Cassi