Come farò, Sig. Giordani mio, a domandarle perdono del-
l’averle scritto un tomo in vece di una lettera? Veramente ne
arrossisco e non so che mi dire, e contuttociò gliene domando
perdono. La sua terza lettera m’avea destato in mente un tu-
multo di pensieri, la quarta me lo ha raddoppiato. Mi sono indu-
giato di rispondere per non infastidirla tanto spesso, ma pigliata
in mano la penna non ho potuto tenermi più. Lio risposto a un
foglietto de’ suoi con un foglione de’ miei. Questa è la prima
volta che le apro il mio cuore: come reprimere la piena de’ pen-
sieri? Un’altra volta sarò più breve, ma più breve assaissimo.
Non vorrei ch’Ella s’irritasse per tanta mia indiscretezza: certo
l’ira sarebbe giustissima, ma confido nella bontà del suo cuore.
Mi perdoni di nuovo, caro Signor mio, e sappia che sempre pensa
di Lei il suo desiderantissimo Servo. Giacomo Leopardi |
61. |
Di Antonio Fortunato Stella. |
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IH.™ Sig.r Co.
Ilo l’onore di confermarle l’ultima mia 19 scorso Aprile. Qui sotto
le do la fatturetta N.° 12 di quanto le spedisco a sfogo delle prece-
denti sue ordinazioni. Una ammonta a L. 75 di cui si compiacerà accre-
ditarmi.
Rimango in attenzione di graditi di lei comandi e con pienezza di
stima e d’ossequio la riverisco distintamente
Aff.mo ed obb. Servitore di cuore
Ant.° Fort.0 Stella
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Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Stimo Sigfe
Col mezzo delle pratiche fatte da lei e da me sono giunto
a scoprire che il noto pacco N.° 8 è stato trattenuto dai Mar-