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rario, perchè lo ho detto sì francamente e con tanto poco riguardo alla piccolezza mia, quello che sentiva. Non isdegni di persua- dermi. Questa sarà opera piccola per se, ma sarà opera di mise- ricordia, e degna del suo bel cuore. Della mia Cantica, e dell’affinità del Greco coll’Italiano, e dell’utilissimo consiglio ch’Ella mi dà ed io presto metterò in pratica di leggere e tradurre Erodoto e gli altri tre, avrei mille cose da dirle, ma vedendo con affanno che questa lettera è eterna, e vergognandomi fieramente della mia sterminata indiscretezza, le lascio per un’altra volta, m’affretto di dirle che la ringrazie- rei se trovassi parole, dell’esame che ha fatto della mia cantica, e il ms. non accade che lo renda allo Stella il quale non ne ha da far niente, ma se Ella crede che sia costì qualche suo amico il quale non isdegnerebbe di esaminarlo, Ella potrà darglielo o no secondo che giudicherà opportuno: che del Terenzio del Cesari non ho veduto altro che il titolo, e che vorrei sapere, se Ella erede che l’opera del Cicognara mi possa esser utile, per- chè io oramai non mi curo di leggere nè di vedere se non quello che mi può esser utile veramente perchè il tempo è corto e la messe vastissima. Quanto al Beicari io mi struggo di procurarle associati e dimo- strarle il desiderio ardentissimo che ho di servirla come posso. Scrivo e fo scrivere a Macerata, a Tolentino a Roma e ad altri luoghi, raccomandando caldamente la cosa. Intendo però che molti domandano del prezzo, il quale vorrei che Ella a un di presso mi potesse dire. Farò il possibile, ma con gran dolore le dico, che ci spero poco: perchè quanto agli amatori della buona lingua, se di questa io parlassi ad alcuno qui, crederebbero che s’intendesse di qualche brava lingua di porco; e quanto ai devoti i quali Ella dice che vorranno più tosto leggere una cosa bene che male scritta, questo m’arrischio a dirle che non è vero. Io con tutta la poca età, ho molta pratica di devoti, e so che anzi amano molto singolarmente i libri che a noi fanno stomaco, prima pfer] un loro gusto particolare, del quale la sperienza m’ha chia- rito che c’è veramente e non è favola, poi perchè a certi con- cetti non già alti ma che non vanno proprio terra terra, non