Le rendo i sincerissimi saluti de’ miei Genitori e Fratelli,
ai quali unendo di cuore le mie proteste di affettuosissima stima
e riconoscenza me le dichiaro invariabilmente
Suo Devmo Obblmo Ser.c ed Amico Giacomo Leopardi |
Signor Contino Carissimo. Questa le parlerà de’ nostri studi: non
per fare il maestro-, che starei piuttosto eternamente muto: ma per amor
di lei e degli studi e di me, giova cercare in comune quali opinioni
possono esserci più utili. Dico dunque che mi pare che a divenire scrit-
tore bisogni prima tradurre che comporre; e prima comporre in prosa
che in versi. Ella vede anche in pittura che prima di comporre si copiano
lungamente i disegni e i dipinti de’ maestri: La principal cosa nello
scrivere mi pare la proprietà sì de’ concetti e sì dell’espressioni. Que-
sta proprietà è più difficile a mantenere nello stile che deve abbondar
di modi figurati, come il poetico, che ne! più semplice e naturale, com’è
il prosaico: e però stimo da premettere al tentar la poesia un lungo
esercizio di prosare. Questa proprietà anche nella prosa domanda lunga
consuetudine di concepir con precisione, e di trovare a’ precisi con-
cetti le parole e le frasi che a punto rispondano. E perciò parmi neces-
sario di aver molto meditato gli scrittori che più furono perfetti; e per
appropriarsi la loro virtù farsi loro interpreti. Ella vedrà spessissimo
accadere che un debole e mediocre scrittore voleva dire una cosa, e non
riesce a dirla; voleva dire una cosa, e ne dice un’altra. E come siam fa-
cili ad ingannare volontariamente noi stessi, perchè abbiam detto quel
che potemmo, crediamo di aver detto ciò che volevamo. Ma chi tra-
duce, ha innanzi il suo originale, che Io convince e lo disinganna; e
persevera (se è di buona volontà) finché abbia nettamente e intera-
mente espresso il concetto del suo autore. VS. mi ha dato già segno
di ottimo giudizio significandomi di non volersi ingombrare e conta-
minare la mente con letture moderne di nessuno da un secolo in qua:
e, fa benissimo. Io poi vorrei pregarla a leggere e tradurre de’ prosa-
tori greci più antichi, Erodoto, Tucidide, Senofonte, Demostene, che
sono candidissimi e ottimi fra tutti; e per aver colori da imitare quella