Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/204

simile di dieciott’anni. Sono andato subito dallo Stella a prendere il manoscritto:1 lo leggerò, e gliene scriverò. Sarò diligentissimo nel tempo avvenire a scriverle, mio caro Signor Contino; perchè sono inna- morato veramente delle sue rarissime virtù. Ma per quest’anno ella mi dee condonare un poco, non di negligenza, ma di minore puntua- lità. Ho molti imbrogli, dai quali cerco di svilupparmi: e mi si aggiunge per la recente morte del padre il dovermi impigliare di affari dome- stici, che sono per me insolito e grande fastidio. Spero che l’anno ven- turo avrò ordinate a maggior quiete e libertà le cose mie: e se il Signor Contino vorrà favorirmi, sarò diligentissimo. Nè perciò voglio man- care in quest’anno del piacere di scriverle spesso; ma domando per- dono se non sarò ogni volta così puntuale. Io non saprei dove comin- ciare, e meno saprei dove finire a ringraziarla dell’amorevolezza colla quale mi scrive. E di questa ho debito non minore verso il signor Conte suo padre: al quale, non per esser ingrato, ma riverente non rispondo; pregando e sperando ch’ella si degni fare questo ufficio per me. E vera- mente sono confuso che lor due Signori abbiano tanto di bontà per un lontano ed ignoto ed oscuro, e per verità piccolo uomo. Onde io sempre più mi raffermo nella stima e nell’amore degli studi, che pos- sono anche ai signori istillare tanta umanità; e a me non molto fortu- nato procurano questa fortuna, che è pur la sola che io apprezzo. E di questi cari studi (che pur mi paiono o l’unico o il maggior bene del mondo) andremo parlando insieme, caro Signor Contino; e tanto più volentieri poiché siamo conformi nelle massime. Le mando per la posta un libretto delle prose italiane del Palcani,2 da niun altro prima rac- colte, e da me fatte stampare. Ella dice benissimo che il mondo è oggi inondato e ammorbato di cattivi libri. Io ho pensato che il gridare con- tro i cattivi libri è fatica smisurata, inutile, pericolosa. Però mi sono appigliato ad un più cheto e sicuro benché lento rimedio: di andar divul- gando e lodando libri buoni, che per lo più giacciono dimentichi. E ho qui uno stampatore che non mi rifiuta per consigliero. Ma il prin- cipale e necessario consiglio lo prendono gli stampatori dal guadagno e dallo spaccio. Però amerei che il Silvestri assaggiasse ne’ principii ch’io noi consiglio a danno: e vorrei che il mio caro Signor Contino costì e ne’ contorni procurasse compratori a questo Palcani, scrittore elegante, e di poco prezzo a comprare. M’imagino che già lo cono- sceva; e quindi gradirà che io abbia unito le sue operette, che anda- vano disperse, e difficilmente si trovavano. S’ella ne farà inchieste allo Stella, ne sarà subito provveduto. Confesso che mi ha fatto meravi-