pare affatto necessario a divenir grande scrittore, e proprio all’età gio-
vane: onde fa pietà il povero Alfieri, accortosene tardi, e postosi di
cinquant’anni a quell’opera che sarebbegli stata utilissima trent’anni
innanzi. Vede VS. i pittori, come siano impossessati de’ principii, darsi
a copiare le tavole de’ maestri più eccellenti; per imparare in qual modo
la natura meglio s’imiti e si esprima. Così agli scrittori bisogna; e savia-
mente col suo maturo giudizio lo ha presto inteso VS. la quale ben
presto sarà un onore d’Italia; come già è un miracolo di Recanati. Non
pensa VS. di fare per l’Italia un giro, per conoscere quel moltissimo
che vi è di cose belle, e quel poco che abbiamo d’uomini valenti? Milano
ha pure il Monti e il Mai, che meriterebbero anche assai più lungo
viaggio. Si è qui stampato ora un libretto raccogliendo alcune cosette
mie vecchie.1 Appunto perchè è cosa forse da vergognarsene, e certo
da non superbirne, voglio mandarlo a VS. in segno di confidenza; e
come piccolissima mole gliel mando per la posta: ma perchè le poste
si dilettano di confische, gradirò un cenno di VS. che le sia arrivato.
Mi perdoni la prolissità di queste ciancie;.colle quali temo d’averla
fastidita, mentre volevo pur mostrarle che non per animo cupo, ma
per cautela ragionevole fu meno aperto il mio primo scrivere. E per
fine con affettuosissima riverenza me le do e dono,
mio bravissimo e amabile Signor Contino,
suo cordial servo
pietro Giordani
Stimatissimo Sig.Ie
La sua pregiatissima dei 12 corrente mi presenta un enimma
che non so diciferare. E oggi un mese che ho mandato alla posta
l’Inno a Nettuno indirizzato non a Lei ma al S.r A.F. Stella,
e veggo bene che d’ora innanzi perchè le Lettere e altre cose
vadano, e dove debbono, bisogna montare in posta e portarle
da sè, e tenerle ben chiuse in tasca, che non ti si rubino.1 L’in-
dirizzo fu scritto sotto i miei occhi, ed io lo lessi, nè so nè posso
comprendere a qual bizzarra mente sia venuta la fantasticheria