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donata. Ora Pè piaciuto mostrarmi che una fina e rara cortesia in lei si accompagna alle altre virtù. Se non che vedendo la soprascritta della sua lettera di mano diversa dall’interno; e tutta la lettera sì poco pro- porzionata alla piccolezza ed oscurità mia; dovrei credere che indiriz- zata a me per errore non mi sia lecito di accettarla. E veramente non accetto le tante cose che dovrebbero far arrossire anche uno che molto e molto più di me valesse, che sono e sarò e voglio esser nulla. Ma non perciò mi piace rifiutare un tal dono com’è un suo libro:1 pel quale anzi sono andato subito dallo Stella; ed èmmi forte doluto che quegli ancora non lo avesse. Io son certo che non ho meritato in alcun modo tal favore da VS.; e però tanto più sono obligato ad una corte- sia tutta gratuita e spontanea. Solo mi duole di non sapere come dimo- strarne a VS. la vera mia riconoscenza. Vorrei che il libro arrivasse presto: benché io sappia che noi potrò presto leggere: ma vorrei almeno possederlo subito, e averlo alle mani. Non sono mai mancate tribola- zioni e fastidi alla mia vita: ma in quest’anno ne ho di nuove ed inso- lite: perchè appena tornato da Casa, dove fui a trovare mio padre ammalato, ricevo avviso ch’egli peggiora; e forse presto riceverò avvisi più gravi; che m’involgeranno (come suole) in cure fastidiose. Dalle quali appena potrò svilupparmi cercherò occupazione dilettevole e utile nella lettura della sua opera. VS. non abbisogna delle mie lodi; nè potrebbe farne gran conto. Nondimeno io voglio congratularmi seco, e coll’Italia, che VS. con cotanto amore eserciti i buoni studi: de’ quali io tengo che non potranno mai prosperare ed essere pubblicamente utili, se non quando saranno amati e praticati dalla nobiltà. VS. ne dà un bello e necessario esempio: ed io la riverisco e l’amo e la ringra- zio per ciò. Non oso ringraziarla di quegli eccessi di cortesia che mi scrive; perchè ripeto che sarei fuor di senno se accettassi e riconoscessi ciò che mi suppone non pur maggiore di me stesso, ma un tutt’altro da quel che sono. Ben la ringrazio che siasi degnata di conoscere il mio nome, e scrivermi, e farmi sì bel regalo: e molto ancora mi cre- scerà debito di ringraziarla se le piacerà di ricevere colla stessa bontà l’inutile ma cordiale ossequio col quale sinceramente me le offerisco. Milano. 5. marzo 1817. Solo iersera tardi ho ricevuto dalla posta la sua carissima e pregia- tissima, benché dei 21. Febbraio. Fatta e chiusa la lettera (che perciò riapro) ho riveduto Io Stella, e da lui avuto il libro di VS, di che ripeto i più cordiali ringraziamenti.