Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/181

38. A Vincenzo Monti.
[Recanati 21 Febbrajo 1817]

Stimatissimo Sig. Cav. Se è colpa ad uomo piccolo lo scrivere non provocato a Let- terato grande, colpevolissimo sono io perchè a noi si conven- gono i superlativi delle due qualità. Nè altro posso allegare a mia scusa, che la smania incomprensibile di farmi noto al mio Principe, (poiché suddito le sono io certo, come amatore qual che sia delle lettere) e il tremito che provo scrivendo a Lei, che scrivendo a Re, non mi avverrebbe di provare. Riceverà per mia parte dal Sig. Stella, miserabilissimo dono, la mia traduzione del Secondo libro della Eneide, anzi non dono ma argomento di riso al traduttore della Iliade primo in Europa e al grande amatore del grande Annibai Caro. Ed Ella rida, che il suo riso sarà di compassione e la sua compassione più grata ed onorevole a me che l’invidia di mille altri. Non la prego che legga il mio libro ma che non lo rifiuti, ed accettandolo mi faccia chiaro che ella non si tiene offeso dal mio ardimento, con che verrà a cavar- mi di grande ansietà. Ed io le ne saprò grado assaissimo, e stiman- domi suo debitore, cercherò via di mostrarmele veramente Di Lei Stimatissimo Sig. Cav. Umilmo Devmo Servitore Giacomo Leopardi. Recanati 21 Febbrajo 1817

39. Ad Antonio Fortunato Stella.
Recanati 21 Febbrajo 1817.

Stimatissimo Sig.re Dall’ultima sua preg.ma e prima dallo Spettatore rilevai la vanità de’ miei dubbj intorno allo smarrimento della mia lettera. Scusi però la nojosa ripetizione che le ne feci nell’altra mia.1