[Recanati 21 Febbrajo 1817] |
Stimatissimo Sig. Cav.
Se è colpa ad uomo piccolo lo scrivere non provocato a Let-
terato grande, colpevolissimo sono io perchè a noi si conven-
gono i superlativi delle due qualità. Nè altro posso allegare a
mia scusa, che la smania incomprensibile di farmi noto al mio
Principe, (poiché suddito le sono io certo, come amatore qual
che sia delle lettere) e il tremito che provo scrivendo a Lei, che
scrivendo a Re, non mi avverrebbe di provare. Riceverà per mia
parte dal Sig. Stella, miserabilissimo dono, la mia traduzione
del Secondo libro della Eneide, anzi non dono ma argomento
di riso al traduttore della Iliade primo in Europa e al grande
amatore del grande Annibai Caro. Ed Ella rida, che il suo riso
sarà di compassione e la sua compassione più grata ed onorevole
a me che l’invidia di mille altri. Non la prego che legga il mio
libro ma che non lo rifiuti, ed accettandolo mi faccia chiaro che
ella non si tiene offeso dal mio ardimento, con che verrà a cavar-
mi di grande ansietà. Ed io le ne saprò grado assaissimo, e stiman-
domi suo debitore, cercherò via di mostrarmele veramente
Di Lei Stimatissimo Sig. Cav.
Umilmo Devmo Servitore
Giacomo Leopardi.
Recanati 21 Febbrajo 1817
39. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Recanati 21 Febbrajo 1817. |
Stimatissimo Sig.re
Dall’ultima sua preg.ma e prima dallo Spettatore rilevai la
vanità de’ miei dubbj intorno allo smarrimento della mia lettera.
Scusi però la nojosa ripetizione che le ne feci nell’altra mia.1