Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/173

31. A Francesco Cancellieri.
[Recanati 20 Xbrc 1816]

Mio pregiatissimo Sig. Prone ed Amico Anche a me pareva impossibilissimo che la stampa del mio Libretto potesse farsi per soli S. 37:20, e solamente il non avere il Sig. de Romanis parlato di Fogli o d’altro nella sua nota, al contrario di quanto avea fatto ella dandomi quella del Conte- dini, mi avean mosso a dubitarne. Io avea spedito costà il mio opuscolo sperando che la spesa per la stampa non avesse a montare a più di una dozzina circa di scudi. Ma quello che si chiede da cotesti stampatori, forma una somma di cui non conviene che io disponga, e però debbo consentire che il mio Libretto rientri nell’obblio, e vi resti se sarà necessario, in eterno. Prego però Lei a farlo avere al Zio Antici, che troverà mezzo di rimettermelo.1 Volgersi ad altra parte sarebbe inutilissimo. Ci vuol la pre- senza, caro Sig. Cancellieri, e senza la presenza non si fa nulla. A Milano si stampa quel che si vuole da chi ha la fortuna di trovarvisi, e tutto a conto degli Stampatori o con sicurezza del- l’esito. Il Mai nel Corso di dodici mesi scrivendo infaticabil- mente e stampando appena ha scritto, ha pubblicate sette o otto opere una dopo l’altra in superbissime carte, dalla prima Tipo- grafia di Milano e d’Italia, eccetto quella di Bodoni che forse non la supera. Io so di un altro giovane, disprezzato anche comu- nemente dai letterati, il quale non è in istato di rimettere in un’impresa, e stampa continuamente col più gran lusso, e torna sempre a stampare alzando il prezzo delle sue cose invece di diminuirlo.2 Solamente le opere vastissime si stampano in Milano per associazione, le altre d’ordinario a tutto rischio del- l’intraprendente: e le associazioni poi si trovano così facilmente che in quest’ultimi mesi il Fiocchi (il quale so per relazioni a voce, essere un uomo disprezzato da tutta Milano), volendo pub- blicare la sua pessima traduzione dell’Iliade, e non avendo il