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giacomo leopardi


27. A Francesco Cancellieri.
[Recanati 9 Decembre 1816]

Stimatissimo Sig.

Non ho termini che bastino per ringraziarla della grandissima premura che si è presa di favorirmi in mezzo alle sue indisposizioni che con moltissimo dispiacere sento che ancora continuano. Provo rimorso di averla infastidita in questo suo stato, e desidererei poterla in qualche modo compensare e sollevare. Il suo vero amore per le lettere e la sua forza d’animo le varranno per soccorso contro gl’incommodi naturali.

Le sono veramente tenuto delle notizie che così liberalmente si è compiaciuto di comunicarmi intorno alle Inscrizioni Triopee, e siccome esse per la maggior parte appartengono ad Erode Attico, le porrò a parte per altra mia operetta1 dove mi occorre parlare di quel Retore, affine di non ingombrare ora il Ms. con pericolo di errori per parte dello Stampatore.

Ho avvertito che le due emendazioni dell’Heschelio che Ella ha ritrovate nel Cod. Vaticano sono appunto quelle che si contengono in due postille dello stesso autore le quali sono appiedi della Iscrizione del Tomo VII del Meursio da me citato, come anche in una lettera dell’Heschelio al Meursio mentovata pure da me nella prefazione.2 Questa lettera fu scritta soli tre giorni prima di quella di Grutero da lei veduta.

Il prezzo della stampa che si richiede dal Contedini mi avea già distolto dall’impresa, quando ho veduto quello che si cerca dal Sig. De Romanis del quale sono contentissimo, e tanto, che mi sono sopraggiunti alcuni dubbj che Ella rileverà dalla lettera che le acchiudo e che la prego di far avere al nominato Sig. Se questi dubbj son vani, Ella potrà immediatamente far cominciare l’edizione, intorno alla quale non mi resta a raccomandarle altro che la sollecitudine per parte della Stamperia, e l’accurata revisione delle copie che come Ella può insegnarmi, in queste sorte di opere è di somma necessità. Ma di questa non temo, essendo in troppo buone mani. Se il Sig. Ab. Amati vorrà inca-


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