Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/156

strati che assistono, e tutti coloro che vi si trovano, non si comprende tosto, che vuoisi parlare del popolo, e sarà forse necessario dire e tutti quelli che in qualunque altra guisa vi si trovano? Frontone dicendo xaì rcàvte? oi xléovxtt; in luogo di xaì 01 àXXtoi; TrXéovxe? non avrebbe egli detto lo stesso? p. 403. Convien togliere dalla nota la citazione del Busbec. p. 414. v. 7. In realtà è meglio tradurre più alla lettera: come la fama del coro delle muse venendo da una sola arte, è divisa per ciascuna di loro. p. 426. v. 16 e 434. Le autorità allegate intorno alle voci U7to8i8a>|jU e aiSripò? (tranne quella di Dione, di Affricano, e delle Costituzioni Apostoliche, oltre i Dizionari citati, e le osservaz. sulla voce di Frontone che senza dubbio non deriva da at8r)pò? ma da aiBrjpéo?) sono di scrittori di bassi tempi; ma valgono a mostrarne l’uso, e può osservarsi che il Du Fresne il quale pur si servì degli autori allegati non pose già l’addjettivo atSrjpò? tra le voci greco-barbare. p. 436. v. 13. Vuoisi far più esatta la traduz. così: Pur tu medesimo affermerai non doversi ciò che si ricerca dimostrare con quello appunto che è in controversia. ivi. v. 21. Si ripone: Lascerai la questionata consuetudine di quest'ultime fra le cose controverse. Controverso in verità secondo l’esempio addotto dalla Crusca vale contrario, ma usandosi dagli autori approvati il verbo controvertere nel senso di disputare sembra che il participio controverso debba avere lo stesso significato. Discorso preliminare. p. XII. v. 16. Dopo le parole: e capace di fare onore alla stirpe di Frontone sarà espediente aggiungere giusta l’ottima osservazione del Ch. Editore: ove non voglia citarsi un Frontone Cazio più antico del nostro, mentovato solo dal giovine Plinio. p. XIII. v. 13. Il traduttore sapea ottimam. che il Ch. Editore avea conosciuto Frontone di Emesa e citato Suida, e però ha detto solo che egli non ha fatta parola dell’errore di chi lo ha confuso col nostro, omissione di cosa non necessaria, che