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epistolario - 1816
13. Ad Antonio Fortunato Stella.
[s.d., ma Recanati, primi mesi del 1816]

Questo Saggio Filosofico e Critico sopra una materia non ancora tocca dagli Scrittori è destinato a far conoscere gli errori popolari degli Antichi, la loro grande affinità con quelli dei moderni e l’utilità che si può ritrarre dall’esempio delle età passate. Cogli autori Greci e Latini alla mano si parla dei pregiudizi communi ai Greci, ai Romani, ed anche agli Ebrei, e si passa con ordine dai Teologici ai Metafisici, e da questi agli Astronomici, ai Geografici, e a quelli appartenenti alla Meteorologia, alla Storia naturale dell’uomo, alla Zoologia. Si scherza sopra gli errori popolari più curiosi e ridicoli intorno alla Magia, ai Sogni, allo Sternuto, alle apparizioni degli spiriti sul meriggio, ai terrori notturni, alla natura del Sole, all’anima, e al cibo degli astri, all’Astrologia, all’Ecclissi, alle Comete, alla grandezza della terra abitata, al tuono, al vento, al tremuoto, ai Pigmei, ai Cinocefali, e ad altri mostri semiumani, alla lunghissima vita, e risorgimento della Fenice, alla vista della Lince, e filosoficamente se ne esaminano la origine ed i progressi. Dagli antichi si passa ad ogni tratto ai moderni, si additano le sorgenti dei nostri errori popolari, e le cause che li fomentano, si parla del progresso delle scienze e della loro influenza sopra il volgo. L’opera è divisa in dieci nove capitoli tutti forniti di note giustificative, coi testi originali dei passi latini citati in italiano nel contesto.

L’esemplare che si spedirà è di 400 pagine in 4to con carattere nitido e grande.

14. A Francesco Cancellieri.
[Recanati, 6. Aprile 1816.]

Pregiatissimo Signore

Il mio Sig. Zio mi ha communicata la di lei lettera, che in parte riguarda me. Da essa ho appreso che ella soffre ancora


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