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stato spedito ancora a Macerata, perchè non finito di stampare. Io non lo mandai al Puccinotti, che me lo dimandò, perchè non ne ho copie d’avanzo, e perchè credo meglio che chi lo vuole lo comperi.2 A rivederti, Cariuccio mio caro, a momenti, e pia- cesse a Dio che ti potessi consolare. Addio, anima mia. Paolina mia cara. Angelina avea partorito quando io ti scrissi. Lo seppi quasi appena chiusa la lettera, e il giorno dopo, tenni al battesimo la creatura, ch’è un maschio e très viable. Angelina sta bene, e in piedi già da più giorni: credo anzi che sia uscita di casa, malgrado le mie prediche: saluta tanto Mamma, te, e tutti. Accludo qui una risposta a Pietruccio, separata e ben sigil- lata, acciocché egli se la possa tenere in tutta sua proprietà. Addio Paolina mia, a rivederci. iooo. A Pier Francesco Leopardi. Bologna 6 Ottobre 1826. Sig. Canonico stimatissimo mio fratello. Mi rallegro con voi moltissimo della vostra nuova dignità, e vi ringrazio della notizia che me ne date. Se il Canonicato è piccolo, non ve ne date pena, perchè crescerà col tempo e si farà grande, e i dodici scudi diventeranno dodici doppioni da sedici. Intanto per farli crescere bisogna studiare di buona voglia, e poi legger molto, come credo che facciate, e se non lo fate, son certo che lo farete. Mi consolo della buona ortografia della vostra lettera, e dico da vero, non per burla. Se l’Anacreonte vi piace, tenetelo; e giacché credete meglio che ve lo regali, ve lo regalo, ma con patto che lo leggiate, e che lo custodiate bene, perchè voglio rileggerlo anch’io se me lo permettete. Salutatemi tanto tanto Babbo, Mamma, Luigi e D. Vincenzo; e dite che io mi sto preparando per partire, e che darò poi avviso a Babbo del giorno della partenza. Riveritemi il Sig. Curato. Vi bacio la mano, e raccomandandomi alla vostra protezione, mi confermo Vostro buon fratello Giacomo «Mtofcc. c*mmk '.To-? Sara