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trovo in lui se non pochissime, ma veramente pochissime bel- lezze poetiche, e sono totalmente divenuto partecipe dell’opi- nione del Sismondi, il quale nel tempo stesso che riconosce Dante p|er] degnissimo della sua fama, ed anche di maggior fama se fosse possibile, confessa che nelle poesie del Petrarca non gli è riuscito di trovar la ragione della loro celebrità.2 I miei pen- sieri verserebbero tutti sopra questo punto, ed Ella ben vede che tali pensieri non sono per far fortuna in Italia a questi tempi. Il platonismo poi del Petrarca a me pare una favola, poiché più d’un luogo de’ suoi versi dimostra evidentissimamente che il suo amore era come quello di tanti altri, sentimentale sì, ma non senza il suo scopo carnale. Il buon Torinese che le scrive non dovrebbe aver letto gran parte del nostro Petrarca.5 Egli ha veduto che io alcune volte noto i casi dei nomi o i generi dei verbi ec. e ciò è quando a prima vista non s’intende se il caso sia accusativo o nominativo, se il verbo sia attivo o neutro, ec. Il notar queste cose mi serve allora per rischiarare il passo in un batter d’occhio. Ma egli ha creduto che io le notassi per inse- gnar la grammatica. Qui in Bologna, in Romagna e in Toscana, non solo le donne, ma i primi letterati hanno fatta un’accoglienza diversa a quel mio comento; non l’hanno giudicato indegno del loro proprio uso; hanno detto che non era possibile di spiegare un autore nè più pienamente e chiaramente, nè con più rispar- mio di parole; ed alcuni mi hanno confessato di avere, coll’aiuto di quello, intesi per la prima volta parecchi luoghi che fino allora non avevano intesi mai, o vero avevano intesi a rovescio. In fine sono arrivati a dire che quello dovrebbe servir di modello a tutti i comenti; e in Bologna se ne sarebbe intrapresa subito una ristampa se non si fosse saputo che io mi vi sarei opposto con tutto il mio potere. Le critiche del Torinese e del Verone- se4 non hanno bisogno di risposta, ed io non son solito a far conto di critiche. Nondimeno, per servirla, scriverò in forma di conclusione dell’opera, una brevissima risposta, che Ella con pienissima libertà porrà in fine del mio comento, o la rigetterà del tutto, secondo che le parrà bene.5 Innanzi alla copia del paragrafo del Torinese, ho veduto nella