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975. A Monaldo Leopardi.
Bologna 23 Agosto 1826

Cariss. Sig. Padre Con somma consolazione ho riveduto dopo tanti giorni i suoi caratteri. E incredibile per altro la irregolarità e lentezza della corrispondenza tra il nostro povero Recanati e il resto del mondo. L’ultima di Paolina in data dei 9 mi giunse ai 15, e la sua dei 12, mi è giunta ieri 22, dieci giorni appunto dopo data; mentre le lettere di Roma mi vengono in due o tre giorni. Sono giustis- sime le sue osservazioni circa il partito di Ravenna, e massima- mente quella che riguarda la dote percepita da Galamini, cosa della quale io non mi era ricordato. Sarebbe indecoroso per la casa nostra un partito di minor dote, quando non vi sia neces- sità o forti ragioni per accettarlo. Il partito di Faenza, scudi 17 m. è ancora in piedi, e sarebbe facile Pentrarne in discorso, ma credo che sarebbe anche altrettanto inutile, perchè la madre e il fratello della ragazza non hanno volontà di sborsar la dote (così dice la sorella stessa della ragazza, maritata qui), e mette- ranno sempre avanti mille difficoltà e pretesti per mandare a monte i partiti, come hanno fatto finora. Ho sentito di una buona e colta signorina di Milano, che ha una sorella maritata in Roma- gna, e verrebbe volentieri dalle nostre parti. Ho già fatto scri- vere per averne informazioni. In breve avrò notizia dei partiti di Modena, di Reggio, di Parma, tra i quali è molto probabile che se ne trovino degli adattati al caso nostro, tanto per la quan- tità della dote, come per la inclinazione ad un soggiorno quieto e pacifico qual è quello di Recanati. La ragguaglierò poi di tutto. A Modena v’è un partito di 50 m. zecchini, ma non credo che Ella ami di tentar partiti così grossi. - Ella avrà veduto a que- st’ora la mia dei 16 a Paolina. Da Roma non ho neppure una riga, nè un cenno, sopra la mia pretesa nomina alla Cattedra di Storia, annunziatami nella lettera che giunse costì.1 - Seppi