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970. A Nicola Gommi Flamini.
[Bologna 16 Agosto 1826I

Sig. Conte pregiatissimo. Tornato in Bologna, adempio con piacer grandissimo il debito che mi corre di render grazie a Vos. Signoria delle infinite gen- tilezze che Ella si compiacque di usarmi quando ebbi l’onore di trovarmi seco.1 Non credo già nè voglio con questo essere sciolto dall’obbligo che io le professo, al quale non potrò sod- disfare altrimenti che con serbar memoria costante della sua cor- tesia, e con tenermi desideroso de’ suoi comandi, e prontissimo, come sono e sarò sempre, ad eseguirli con quanto è il mio poco valore. Prego istantemente V.S. che mi voglia ricordare e far riverenza in mio nome al Sig. Conte suo zio, ed al Sig. suo Cognato,2 veri specchi di gentilezza. E supplicandola a darmi occasione di servirla dove io sia buono, mi raccomando di cuore alla sua benevolenza, e con somma stima e vera e viva gratitu- dine mi dichiaro

Suo dmo obblmo servitore
Giacomo Leopardi

Bologna 16 Agosto 1826

971. A Paolina Leopardi.
Bologna 16 Agosto 1826

Paolina mia cara cara. Mi affligge proprio profondamente il sentire che Babbo e Mamma e voi altri siate stati in pena per me. Credimi che io non sono stato in minore inquietudine, non vedendo risposta alle ultime mie. Il secondo di Agosto fui obbli- gato, quasi mio malgrado, a partire per Ravenna,’ e questa è la cagione del ritardo della mia risposta alla tua 29 Luglio. Spero