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solo per il piacere grandissimo di riabbracciarvi, ma ancora perchè le nostre Provincie meridionali sono più quiete, e i Marchegiani sono animali più mansueti de’ Romagnoli. Molte volte il badare alli fatti suoi non basta; massimamente quando si ha un nome come avete voi, e nella circostanza nella quale l’imprudenza, o la malvagità di pochi letterati ha resa sospetta tutta la Letteratura. Basta il giorno in cui vi sentirò incamminato a queste parti sarà per tutti noi di grandissima festa. Credo, e vado sperimentando, che il lusso delle Doti si va mode- rando, e conosco che il soggiorno di Recanati è screditato, forse anche più di quanto si merita. Con tutto ciò, non mi pare che almeno per ora io debba accudire al partito che proponete, sembrandomi che quella Dote non debba mai mancarci, e che perciò convenga cercarne un poco un altra [sic\ migliore. Galamini col terzo appena del nro patrimonio ha avuti 12. mila scudi contanti, e 4 mila assicurati alla morte della suocera. La sorella della sua sposa ha un’egual dote, e se facesse per noi come non fà, ce la darebbero a mani giunte. Quando in ultimo dovessimo contentarci di una piccola dote meglio sarebbe averla da una provinciale, la quale starebbe più contenta nella nostra città. Tut- tavia non lasciate l’occuparvi di questo oggetto, e ditemene quello che potrete. In Faenza ci era poco fa una damina con 17. mila contanti, ma non ricordo il cognome, e potreste domandarne. Li vri fratelli sono stati in Sinigaglia, e non sò se ve lo abbiano scritto. Colà nella scorsa Domenica 6 corr.' mentre si estraeva la Tombola, e nel momento in cui il popolo fischiava a tutta possa per- chè ci era un certo sbaglio in una cartella, i cavalli di una vettura sor- tendo da un portone si spaventarono per quelli urli, e inalberandosi urtarono, e intimorirono i vicini. Da questi, che gridarono salva salva, passò in un baleno l’allarme a tutta quella immensa popolazione, e tutti temendo o sollevazione o altro si diedero a salvarsi, a fuggire, a pian- gere e gridare misericordia, sicché sembrava il giorno del giudizio. Il Palco dei Deputati andò per aria con essi; i soldati a gambe per i primi, e quella immensa piazza sembrava il campo di una battaglia, coperto di banche e sedie sfasciate, di abiti, scialli, ventagli, scarpe, e manti- glie. In quel cieco fuggire chi smarrì la moglie e chi i figli, e la calma non ritornò in città fino alFun’ora di notte. Sento che vi perissero solamente una donna e un fanciullo. I vri Fratelli grazie al S.rc anda- rono immuni da quella paura perchè non volendo annojarsi non inter- vennero alla tombola.