Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1339

966. Di Paolina Leopardi.
[Recanati, 9 agosto 1826]

9 Agosto - ad un ora [sic] di notte - Da tre ordinari attendiamo impazientem.e una vra lettera, e precisami in risposta alla mia dei 29, in cui vi parlavo del gran tempo che eravamo sza vre nuove, e vi rac- comandavo caldamente di scriverci presto per toglierci dalla forte pena in cui ci getta il vro silenzio. Ed è perciò che Mamma vuole espres- sami che vi preghi anche a nome suo di non trascurarci in tal modo, e di non farci fare tanti lunari sul vro conto, e temere quello che Dio non permetta che possa succedere. Giacomuccio mio, per carità! una tua riga ci ridarà la vita, e il tuo silenzio continuato ci farà disperare - Mamma non si potè tenere dall’aprire q.ta lettera,1 sperando che ti dasse nuova di qualche tuo impiego, come pare che realmente sia; ma impiego così ridicolo che non ci lascia luogo a sperare, che tu sia per muoverti accettandolo - Persone venute da Sinigaglia, ci hanno rac- contato di aver parlato con un F[ra]n[ce]se, il quale fa grandissimi elogi di te, e che sarai per essere il più gran letterato d’Italia. Non mi riesce niente nuovo - Aspettiamo a mezzanotte Carlo e Luigi reduci da Sinigaglia - Babbo è veramente inquieto per il tuo silenzio, e dopo aver durato gran tempo a dire ch’era quasi un’impertinenza la vra a non scrivere ogni ordinario, ora non parla più, ma quando vi si nomina, egli non dice niente, e si vede bene che è profondamente inquieto. Addio, caro Mucciaccio mio. Non aggiungere ad ceteras miserias il dover tremare per te.

967. Di Antonio Fortunato Stella.
Milano 9 ag.° 1826

Amico amatiss."10 La c.a sua del dì 21 abbonda di espressioni verso di me; ma come so che queste vengono dal suo cuore veramente, così le lascio correre. In proposito del Cinonio, del quale sento con piacere ch’Ella si voglia presto occupare, il celebre Morcelli in un’operetta postuma che verrà alla luce quanto prima, il raccomanda ai giovani studiosi.