so che da Lei non vengono adulazioni, come so che anche in quello
ch’egli ora la consulta, risponderà con franca sincerità. Un bacio di
cuore del suo vecchio cordialiss. amico
Stella
P.S. Madama Padovani è ancora a Bologna? Se v’è, la preghiamo
de’ nostri saluti.
Oggi solamente ho ricevuto le prove di stampa del principio della
seconda parte del Petrarca. Questa sera col mezzo del sig. Moratti le
ne mando delle altre.
Lorenzini, mentre sigilla la lettera, ringrazia il sig.1 Conte della
buona memoria che di lui conserva e le rammenta che lo ama e stima
di cuore offrendole la sua servitù in tutto.2
Sig. ed Amico Carissimo
Eccomi a dirle del Cinonio.1 Trovo che questo lavoro sarà
dei lunghi e noiosissimi, altrettanto e più che il Petrarca, senza
stimolo alcuno di fama o di lode all’autore. Ciò non ostante,
giudicando Ella che esso debba riuscirle utile, eccomi a servirla.
Ma avendo io già pubblicata col mio nome un’opera affatto
pedantesca, com’è il comento al Petrarca, mi prendo la confi-
denza di porle in considerazione che il pubblicarne un’altra dello
stesso genere, non potrà essere senza che il Pubblico mi ponga
onninamente e per viva forza in quella classe dalla quale colle
mie parole e cogli altri miei scritti ho tanto cercato di separarmi;
nella classe di quelli che deprimono e rendono frivola, nulla,
ridicola agli occhi degli stranieri, la nostra letteratura, e con ciò
servono mirabilmente alle intenzioni dell’oscurantismo; nella
classe dei pedanti. Io la prego però di volere avere al mio nome
questa compassione di salvarlo da questo epiteto, nel quale esso
incorrerà inevitabilmente se la nuova opera sarà annunziata per
mia. Quando ella si debba pubblicare anonima o sotto nome,