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nuta licenza di trattenersi, oltre il termine prefisso, altri mesi tre, che Egli impiega assai bene visitando le principali città dell’alta Italia. Procurate di riveder presto il Sig. Testa e di pregarlo da mia parte a non più pensare alla provista del Machiavelli, avendovi io in altro modo ripiegato. Il Cav. Reinhold sta in buona salute, per quanto l’estenuante calore il permette, e vi ringrazia della vostra memoria. Così fanno mia Moglie, e i miei figli, che cordialmente vi risalutano. Ora vengo all’argomento, per il quale in sostanza ho scritta la pre- sente. Ieri mattina fu da me l’egregio, leale, e vostro vero amico Cav. de Bunsen, tornando allora dall’udienza del Segret. di Stato. Eccovi in succinto il transunto del suo discorso. Il Card.e Ministro, e quel che più rileva il S. Padre sono decisi di nominarvi V. Rettore di que- sta Università con adequato appuntami, ma in pari tempo coll’ob- bligo di supplire (in caso di malattia dei Professori) alle cattedre di Lingua greca, e latina, e di eloquenza. Il S.P. però trova un’ostacolo [sic] insuperabile a queste sue intenzioni nella vostra qualità di seco- lare, poiché dovendo voi soprastare a Professori, molti dei quali sono sacerdoti, non le sembra dicevole, se non incedete in abito di abate, che poi è qui l’abito dei pubblici Funzionari, e che può essere per voi di un gran disimpegno, chiamandovi però il Ctè non l’Abate Leopardi. Dissi al Cav. De Bunsen che starebbe meglio se il Papa vi dichiarasse Monsig. di Mantellone, come appunto ne abbiamo qui alcuni degli Avv.1 Concistoriali, che sono ammogliati, e che non vi obbligherebbe ad accrescere servitù. Egli crede la cosa facile e più conveniente per voi, e per la carica. - Dunque riflettete, e decidete, e scrivetene i vostri precisi sentimenti al ridetto Cav. in forma tale, che possa ren- dere ostensibile al Segr. di Stato la vostra risposta.2 Non vi immi- schiate il mio nome, ma rispondete come se Bunsen vi avesse diret- taci. communicato ciò, che sinora vi ho detto - Addio. Il caldo accede ad caeteras meas miserias. Sono V. Aff.° Zio Carlo Antici P. S. Soggiungete, che sperate l’abitazione nella stessa Università, e sperate un assegnamento, con cui potiate frugalm.6 vivere, senza incomodare vostro Padre aggravato da numerosa Prole, e dalle luttuose circostanze di tutti i Possidenti.