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954. A Carlo Leopardi.
Bologna 12 Luglio 1826.

Cariuccio mio. L’errore che tu mi accenni nel Petrarca è stato già notato per l’Errata che si darà in fine. Non so se sia prove- nuto dagli stampatori, o dalla mia fretta nello scrivere quelle pedanterie a Milano, e nel riveder le prove di stampa a Bolo- gna. Pochi confronti avresti luogo di fare sopra quel lavoro, per- chè gli altri comenti son pessimi, e di tutt’altro genere, e io non ho avuto sotto gli occhi se non l’ultimo, che è del Biagioli,1 dal cui parere mi sono allontanato spessissimo. Quanto ai discorsi che tu vorresti farmi, spero che presto lo potrai, ritrovandoci insieme, cosa che io desidero sempre più ardentemente e impa- zientemente; anzi sarei già costì, se non temessi i cattivi effetti del gran caldo nel viaggio, provati da me l’anno passato, e non rimediati ancora. Non so perchè, ma mi trovo in una malinco- nia che cresce ogni giorno, e che tanto più mi fa desiderare la presenza delPamor tuo. Scrivimi quanto più spesso puoi, che le tue lettere mi consolano sommamente. Mando oggi altri due volumetti del Petrarca, giacché li desideri: il resto di mano in mano che l’avrò. Ti abbraccio, Cariuccio mio caro.

955. A Paolina Leopardi.
[Bologna] 12 Luglio [1826]

Paolina mia. Giorni sono ebbi lettera da Luigi Zacchiroli che mi pregava a mandargli copia di un capitolo del frllò sopra la nascita di G.C. stamp.0 in un tomo del parnaso italiano1 dicen- domi che Babbo al quale egli si era rivolto gli aveva scritto che quel tomo era in mano mia. Dì a Babbo che veram.c io non l’ho, come non ho altro libro di casa se non il diz. ingl.c del