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953. Di Pietro Giordani.
[Firenze] 8. luglio [1826]

Sappi, mio caro, ch’io son pieno di vergogna e di rincrescimento per la pessima figura ch’io fo colla nostra cara Nina,1 alla quale son debitore di molti ringraziamenti e di una lettera. E quasi un mese che avevo cominciato a scriverle; e fui interrotto. Lo scrivere è una gran cosa per me: è una penosa fatica; e poi mi manca il tempo - Che grandi affari? - mi dirai. Niuno affare; ma il tempo mi va via; perchè mai non mi riesce di star solo. Prega dunque la buona Nina, che mi perdoni. Io senza fallo le scriverò. Intanto la riverisco e la ringrazio con tutto il cuore: e perchè veda che mi preme ogni suo desiderio, rispondo subito alla tua del 3.2 Ho parlato a Gino;3 benché sapessi ch’egli non ha nessuna parte nel collegio. Ho parlato all’ottimo Anti- nori, uno dei due direttori (l’altro è il Peruzzi, genero di Torrigiani): i quali m’han detto, ciò che già sapevo, ogni luogo esser già preso; nè potersi far nulla di nuovo; nè esser molto desiderabile l’avervi luogo, poiché l’emolumento è poco, ed il legame moltissimo. Desidero che la Nina non si scordi la mia costante voglia di mostrarmi pronto a qualche suo servigio; e che nascano occasioni ch’ella possa esser contenta dell’opera mia. Qui non ho potuto porre altro che prontezza di fare; e rincrescimento che la cosa non fosse possi- bile. Salutami Brighenti e la sua famiglia: digli che lo ringrazio per la sua lettera dei 4. Salutami infinitamente la Nina, e Carlino, e Bene- detti,^ cui ringrazio de’ suoi belli e mesti sonetti. Tu mi dici che rimarrai in Bologna la state. E poi dove? vuoi tor- nare a seppellirti in Recanati? ma per quale necessità? Sei noiato di Bologna? pruova Firenze: ci troverai tutto quel bene, che a questi tem- pacci si può avere in questo mondaccio. Troverai anche da muover la penna con lucro. Fammi la carità di spiegarmi bene le tue inten- zioni tutte circa ciò. E se pure hai necessità inevitabile di Recanati, non prenderai una via un poco più lunga, ma bellissima; venendo qua, di qua a Perugia, indi a Foligno, di là nella Marca? oh avresti gran torto di non vedere questo pezzo di Paese, di non conoscer Toscana, di non farti conoscer qui a brave persone che ti desiderano, di non consolarmi con un poco della tua presenza. Addio caro caro. Mille saluti a Carlo e a Paolina. Quando si marita? Ti abbraccio con tutta l’anima. Addio senza fine.