onde generalizzare e render quindi più utile la lettura del mio scritto;
queste due considerazioni, e la prima specialmente, mi facevano essere
parco anche di attico sale. - Credevo di trovare una scusa alle troppe
artificiate domande e risposte con che mi vo agevolando la descrizion
dei costumi, in primo luogo nella necessaria mancanza dei fatti che
dessero special motivo alle medesime, in secondo luogo nella disposi-
zion d’animo del lettore naturalmente apparecchiato al costante anda-
mento del dialogo nel proposito prefisso, e in terzo luogo nella natura
stessa di esso dialogo, che parmi non dover essere soggetto alle conve-
nienze del dialogo comico teatrale, e poter vestire un abito nuovo e
bizzarro, per la novità e bizzarria stessa de’ suoi interlocutori. Per
ultimo, a giustificare lo stile, forse più ricercato che non conviensi a
discorso familiare, mi faceva forte dell’esempio dei migliori dialogiz-
zatori, i quali credettero conveniente di dare a questa maniera di dia-
loghi una veste men negletta di quello che sogliasi nelle commedie,
forse considerando che un tal ornamento sta bene nei primi, i quali
non s’hanno che a leggere, laddove sarebbe sconveniente nelle seconde,
che debbonsi rappresentare come fedeli imitazioni delle sociali con-
suetudini. - Queste mie ragioni lusingavano grandemente anche una
certa qual mia pigrizia, tristo frutto delle continue irritazioni nervose
a cui sono soggetto. Peraltro fo di esse ragioni la stima che debbo farne,
e le sacrifico volontieri alla verità, la quale in bocca di tutti mi è cara,
e carissima nella sua. Frattanto, augurandole buona salute e prospe-
rità, con piena stima me le protesto
Dev.mo ed aff.mo servitore ed amico suo di cuore
Luigi Stella
952. |
Di Francesco Puccinotti. |
|
Mio caro Leopardi. La tua ultima è veramente tutta intrinsechezza
e benevolenza, e non manca di quel regalo che Lucilio solea chiedere
sempre al suo Seneca, voglio dire di sapiente consiglio. Vedi se ho
ragione d’andare beato e superbo dell’amicizia tua. - A caso l’altrieri
da una delle nostre belle ebbi la bella notizia che tu hai pubblicato
un Petrarca colle tue interpretazioni. Più volte ho io fatto voti che