Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1321

Stella un’ottima speculazione, non solo per gli esteri, ma anche perchè questi studi o pedanterie sono dominanti in Italia, e mas- simamente in Lombardia, dove non si conosce quasi altro; sic- ché egli crede di fare un bellissimo interesse stampando que- st’opera, e ancor io sono della sua opinione. Del resto il lavoro è stato di somma difficoltà, lunghezza e noia. Nondimeno, ben- ché avessi dato speranza di finirlo solo in autunno, l’ho già ter- minato e spedito tutto fin da ora, e se non l’avessi interrotto per cinque mesi, occupati parte in altre cose, parte nello sma- niare dal freddo, che mi fece tralasciare affatto ogni studio, l’avrei terminato assai prima. Qui, da più di una settimana abbiamo sereno e caldo. Il tempo ha favorito la festa degli addobbi, che a me, poco amante degli spettacoli, è parsa una cosa bella e degna di esser veduta, spe- cialmente la sera, quando tutta una lunga contrada, illuminata a giorno, con lumiere di cristallo e specchi, apparata superba- mente, ornata di quadri, piena di centinaia di sedie tutte occu- pate da persone vestite signorilmente, par trasformata in una vera sala di conversazione. La mia salute, grazie a Dio, è passabile. Il Zio Mosca, che la saluta caramente, vorrebbe sapere che cosa è del medico Gior- dani, del quale non ha più notizia da molto tempo. I miei tene- rissimi saluti alla Mamma e ai fratelli. I miei rispetti alla Msa Roberti e a Broglio se Ella ha occasione di scrivergli. Ella mi ami, e se non le è grave, mi dìa notizia della sua salute e delle sue occupazioni presenti. Avrò in mira quello che Ella mi scrive.1 Sia persuasa del vivissimo e cordialissimo amore che io le porto, e dell’immensa gratitudine che le ho ed avrò per tutta la vita. Le bacio la mano coll’anima, e chiedendole la benedi- zione mi ripeto

Suo affettuosissimo figlio
Giacomo