all’edizione del Cicerone a che intendeva lo Stella. Di me non so che
dirti eccettochè io vegeto per patire del continuo, dappoiché i miei
nervi mi martoriano crudelmente; del rimanente poi io vivo una vita
inerte senza bene e senza speranza di bene. Ciò io ti scrivo perchè
tu sappia il vero di me, tu che io reputo un altro me tu che io amo
e riverisco cordialmente. Fa di scrivermi come tu viva costì, se la for-
tuna ti è sempre ingiuriosa o se cangiò metro, in somma scrivimi di
tutto quello che ha relazione con te, perchè tutto che t’appartiene mi
sta a cuore.
Vivi sano e consolato.
Il tuo Papadopoli
934. |
Di Antonio Fortunato Stella. |
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Amico amatiss.
Come le accennai nella polizzetta di mercordì allorché le mandai
altre prove di stampa del Petrarca, eccomi a rispondere alla cara sua
31 del passato. Comincio dalle prove di stampa. Presso di Lei ora non
sono che le suddette di mercordì, avendo io ricevuto tutte le altre com-
presa la Introductio, della quale e l’ab. Bentivoglio ed io le rendiamo
grazie. Sentirò poi volontieri da Lei, anche riservatamente, se occor-
resse, che cosa Ella pensa di quel lavoro. Rispetto alle Note, come
preme che vadano al torchio subito, così manca il tempo di mandar-
gliele. Farò ch’Ella veda il primo foglio di esse bello e stampato, e que-
sto unicamente per sentire il suo parere. Questa sera le mando le ultime
stampe del Petrarca, colle quali termina la prima parte. Della seconda
procuri di mandarmi in pacchetto per la posta tutto ciò che tiene in
pronto. Ora vengo alle sue Operette morali.
Quand’io le scrissi che al caso disperato si sarebbe cercato, per
vederle pure stampate, di darle nel Ricoglitore, mi pareva d’averle sog-
giunto che si sarebbero in pari tempo stampate separate, e non ad una
ad una, o a tre a tre, ma tutte in un corpo, comprese, nel luogo ove
cadrebbero, anche le tre del primo saggio. Ora le aggiungo che a que-
sto corpo separato converrebbe far precedere una Prefazione, e che
anzi tale prefazione importerebbe ch’Ella la desse presto, per far com-
prender meglio lo spirito del di Lei lavoro al Censore,1 il quale forse