928. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed Amico pregiatissimo, Alla favoritissima sua de’27.
Se a far passare costì le Operette morali non v’è altro mezzo che
stamparle nel Raccoglitore, assolutamente e istantemente la prego
ad aver la bontà di rimandarmi il manoscritto al più presto pos-
sibile. O potrò pubblicarle altrove, o preferisco il tenerle sem-
pre inedite al dispiacer di vedere tm’opera che mi costa fatiche
infinite, pubblicata a brani in un Giornale, come le opere di
un momento e fatte per durare altrettanto.
L’avverto che poche o niuna osservazione potrò fare intorno
alle note latine Ciceroniane ch’Ella è per mandarmi, perchè non
avendo sott’occhio il testo colle pagine e linee a cui le note si
riferiscono, io non intenderò naturalmente nulla di esse note.1
Attendo le nuove prove del Petrarca, che col passato ordi-
nario non mi sono giunte. Non mancherò di rileggere i volu-
metti di mano in mano, e avvertirla degli errori. Consegno al
Marcheselli il Petrarca di Firenze.
Se non le fosse grave di farmi avere altre due o tre copie
del Petrarca e del Saggio, ec., le ne sarei ben grato: altrimenti
Ella non faccia caso di questa domanda. Continuo sempre ad
occuparmi del Petrarca, quanto mi permette la mia trista salute.
Mi raccomando all’amor suo e con tutto il cuore mi ripeto suo
vero servo e tenero amico.
929. |
Di Antonio Fortunato Stella. |
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Amico amatiss.
Le confermo la mia 27 del p. p. e l’avviso che questa sera col solito
mezzo dell’amico Moratti le mando delle altre prove di stampa del