Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1295

testo vuol rendere cotesti luoghi più castigati, vuole insomma prima di presentarlo al Leopardi che abbia avuto tutta quella lima che per lei si possa maggiore. Vedendo adunque ch’Ella ritarderà e probabil- mente sino a qualche altro mese, io non ho voluto più a lungo tenermi di non risponderti - Quel mio peccato d’ambizione che volli ingenua- mente confessarti mi ha forse degradato presso di te; mentre veggo cangiato il tuo modo di scrivermi. Nella tua dei 20 Marzo mi tratti col dolce Tu de’ nostri antichissimi padri, in questa de 14 Aprile ripassi al Voi: osservo di più che in quest’ultima nemmeno ti sei sottoscritto. Eccoti frivole osservazioni che mal si confanno colla gravità filoso- fica; ma devi attribuirle unicamente all’amore e alla stima che di te sento - Finalmente ho potuto leggere i tuoi tre Dialoghi nell’Anto- logia. Tu temevi il giudizio del Giordani, uno de’ pcrfettibilisti i più grandi; e se ora l’hai tratto al tuo partito, vedi che forza di ragione deesi nascondere in quelle tue Operette morali. E veramente è così: bando alle fredde chimere: mostriamo l’uomo miserissimo qual’è: richiamiamo per essere meno annojati alcuni di que’ vaghissimi errori dell’antichità, pei quali tutto il mondo esteriore prendeva dinnanzi a loro spiriti anima e vita: il misero e freddo vero non accresca mise- ria e freddezza negli animi nostri: la storia delle moderne pretensioni si converta in quella del Riso de’ sapienti: ed a questo beatissimo Riso facciamo l’apoteosi e innalziamogli un ara [sic] ed un tempio come fecero quegli d’Ippata. Tu per me sei il sapientissimo degli italiani viventi; e que’ pochi che conoscono a fondo l’umana natura da te così bene svelata e dipinta dovranno mitriarti per tale. Però a giudicare delle tue Operette morali non basta essere letterato sterile o poeta; nè da questi potrai mai aspettarti sinceri encomii; anzi questi meschini badando alle parole più che alle cose ti trincieranno in due parti. I Romantici per quello spesso nominare che tu fai la umana infelicità, e pel novellare simboleggiando ti diranno della loro schiera: i Classici- sti staranno al tuo purissimo dialogo e ti diranno loro. E nel mentre che ciascuno di questi poveretti vorrà la tua scorza il novissimo e uti- lissimo frutto non resterà gustato che da que’ pochi che ti ho nomi- nato di sopra - Ma dimmi perchè hai posto l’ultimo dialogo per primo, e perchè così pochi ne hai pubblicati, e perchè non unire almeno a questi pochi quello bellissimo II Parini? - Il cav. Carlo Costa che vidi domenica sera in una Accademia in casa la Narducci ti risaluta, e ti prega volergli mantenere la promessa di mandargli copia dell’ul- tima edizione delle tue Canzoni - Novelle letterarie quà non vi sono: