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rito veramente divino, coi favori della fortuna, con un carattere il più raro fra gli uomini ha tanto meritato, e merita tanto, sicché ognuno che il conosce nonche [sic] amarla l’adora. E ne ha pur costì dove han sede le lettere non dubbia prova nell’amore e nella stima di tutti gli Uomini Letterati, e di ciascuno che aver può il bene di avvicinarla. Non si faccia così vincere dalla malinconia, io ne La prego, seppur non vuole rendermi ancor più misero di quel che sono. E tale sono 10 veramente, non tanto per la mia salute che è sufficiente, quanto per un’uomo [sic] animoso2 che cerca di amareggiare la mia quiete gratuitamente e forse per naturale sua inclinazione. Non Le ne faccio 11 nome, che troppo Le dorrebbe; Le dirò solo ch’egli è ingiusto, ed amo, a di Lei riguardo, reputarlo tale per alterazione al fegato, o per cospersione di bile al cuore. Non Le avrei dato questo cenno s’EIla non m’imponeva, a pena di nuove querele, di dirLe di me e della mia salute; non cerchi però di più che ne sarebbe ad entrambi di maggiore afflizione; s’Ella fosse anche qui avrei almeno di che confortarmi. Il benamato D.r Podaliri partì ne’ dì passati nuovamente alla volta di Roma, e le ultime sue parole con me, partendo, furono i saluti per Lei cordialissimi, ai quali unisco quelli che Le vengono dalla più viva tenerezza del cuor mio. Stia sano, e ami sempre L’amico Suo affezionatissimo Luca Mazzanti

922. Di Paolina Leopardi.
[Recanatil 21 Mag. 1826

Caro Giacomuccio mio - Finalmente è comparsa la sig.;l Bosi, e ha portato la tua lettera, e i tuoi doni. Di questi te ne ringrazio assai; e già eravamo curiosi di sapere cosa diceva di te la Orfei in questa sua composizione,1 di cui Camillo ci avea parlato. Siamo in una vera smania di vedere quelle cose che hai stampate nell’Antologia; e sono state inutili tutte le pratiche che abbiamo fatto per averne i quaderni da Macerata, ove ci sono, e ci daressimo a tutti i diavoli, se tanto e tanto non fosse lo stesso. Per carità quando hai qualche cosa del tuo, non ci far languire sì miseramente; e Carlo è ben inquieto che non abbi mandato per questa occasione que’ versi che recitasti in una tale Accademia, e che eccitarono l’entusiasmo di quelle dame;2 e davvero