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trovò voi che sarete stato due passi lontano. - Mamma e Babbo vi salutano tanto, e vi pregano a gradire e scusare. Vi porterà pure una certa scatola da tabacco, che fu regalata tempo fa a Babbo dalla Roberti, e a cui egli crede che farà bene l’aria di Bologna. - Caro Muccio, mi vuoi più bene? Ora già ti diverti più che mai; sei in mezzo al gran mondo! - Oh qu’heureux que tu es! Mi hanno detto di scriverti pro- prio quando si sta per mandar via e lettera e fagotto. Non so se Carlo vi abbia scritto con questa occasione, benché abbia detto di no. - A momenti parte Torri con la moglie, la Galamini vecchia e Mecuccio per Firenze, Livorno, ec., a solo fine di mostrar denari, e con tutto che Antonietta sia gravida di sette mesi. - Addio, Mucciaccio mio. Il dirti quanto noi ti amiamo, ed io ti ami, la è cosa che tu già sai, ma che pure vorrei ripeterti sempre. Credimi dunque che io ti ho sem- pre in mente, e nel cuore.

904. A Monaldo Leopardi.
Bologna 24. Aprile 1826.

Amatissimo signor Padre. Ho ricevuto la carissima sua dei 21. Ella dev’esser certa della mia piena segretezza circa l’affare della Rinunzia. RingraziandoLa poi sinceramente e vivamente della bontà con cui Ella mi ha destinati i Benefizii e desidera ch’io li ritenga, le confermo la mia intenzione di rinunziarli per non portare i pesi annessi ed indispensabili. Quello che io farò, sarà di tenermi in casa per questo tempo, senza uscire se non inta- barrato. A Lei non mancano cagioni da allegare circa la mia rinunzia, né ha bisogno che se le suggeriscano. Se Ella dirà che io aveva sperato di ottener delle dispense, avute le quali, avrei conservati i benefizii, ma che intendendo che queste non si accor- dano, non ho voluto ritenerli un momento, dirà pur la semplice verità. Ella mi leverà una spina dall’anima quando (senza però precipitar l’affare più che Ella creda bene) mi avviserà di aver dato corso alla Rinunzia. Desidero sentir pienamente guariti i fratelli. Qui abbiamo gran freddo, che da otto giorni in qua cresce sempre. Io mi ho