Carissimo Sig. Padre
Eccola servita subito. Veramente queste bestialità sono cose
da far perdere la pazienza, ed io compatisco ben di cuore a chi
deve soffrirle, ed alla pena e briga che le costa il rimediarvi.
Ecco poi come vanno gli affari anche del più gran momento,
e come noi siamo governati. Ringrazio Dio che tutti loro stieno
bene. Io coll’inoltrarsi della primavera, vengo migliorando di
quel poco di disturbo che mi aveva cagionato il primo caldo,
che qui è stato ed è tuttavia straordinario. Sono tornato nel gran
mondo, che avevo abbandonato affatto questo inverno. Ulti-
mamente ho riveduto il Zio Mosca, che sta bene, e saluta Lei
e tutta la famiglia. La prego de’ miei tenerissimi saluti alla
Mamma e ai fratelli. I miei complimenti alla Msà Roberti. Non
ho potuto mai più riveder Setacci, benché sia stato da lui due
volte, ma chi lo vuol trovare, deve cercarlo da per tutto fuor-
ché in casa. Solamente l’incontrai una volta, ma me ne accorsi
troppo tardi, ed egli non mi conobbe. Ella benedica ed ami il
suo affettuosissimo ed amantissimo figlio
Giacomo
898. |
Di Pietro Brighenti. |
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[Bologna] 17. aprile [1826] |
Amicissimo
Stassera non potrò venire dal conte Marchetti. Ho avuto avviso
che in questa sera verrà una certa giovine sposa a conversazione con
i Tagliavini. Essa è molto brava dilettante di canto. Se vuoi venire
a sentirla, mi farai somma grazia: se preferisci visitare Marchetti, pre-
goti salutarlo per me e dirgli che la venuta di mad. Banti m’impedisce