Appena udito questo vostro desiderio io ne ho parlato al Seg.° della
Direzione, il quale mi ha detto che in questa sera rimangono invitate
solamente le mogli de’ Soci, e qualche signora di distinzione. Seguendo
egli al primo dire, mi ha chiesto chi sia questa Sig.,a se è maritata, e
tante dimande di simil fatta, come se fosse bisogno di sapere tutte
le cose che pongonsi in un passaporto. A tutte queste nojose interro-
gazioni ho risposto che la Sig.ra è di distinzione perchè ho udito dire
ch’ella sia bella; ma che gli saprei dire più oltre allorché avessi parlato
con un mio amico che la distingue. Tu sei quell’amico il quale deve
dirmi qualche cosa intorno la Sig.ra Rosina onde calmare gli scrupoli
del Segret.0 Io stesso verrei da te per udire la tua risposta, ma la mia
madre sta inferma più del solito ed io vado in traccia del medico. Fa’
di usare sollecitudine in questa cosa: fa sempre d’amare
Il tuo amico
C. Pepoli
[s.d., ma Bologna, 15 aprile 1826] |
Mio caro.
Ti ringrazio infinitamente del biglietto che mi mandi,1 e
delle cure che ti hai voluto prendere per l’altro che io desiderava.
La mia signora è maritata, benché non abbia qui il marito, per
la ragion sufficiente che il marito sta a Modena. È distinta per
un paio d’occhi che a me paiono belli, e per una persona che
a me e ad alcun altri è paruta bella. Ma che abbia altre distin-
zioni non so e non credo. Perciò ti prego a non darti altro pen-
siero di questa cosa, che io non vorrei veramente che il Segre-
tario trasgredisse le sante leggi per far piacere a te o a me, e
molto meno sulla coscienza nostra, che è molto delicata, come
tu sai. Mi condolgo teco sinceramente della Mamma. La con-
tessa mi disse che tu avresti voluto mandare i miei versi a Papa-
dopoli, se io non ci avessi avuta difficoltà. Tu puoi farne il tuo
pieno piacere. Ti ringrazio di nuovo. Amami. Addio addio
il tuo Leopardi