dal posto che voi siate per occupare, ma dalla vostra scienza
e dal vostro ingegno, i quali non mancheranno certamente di
levarvi sempre più alto neU’opinione degli uomini, qualunque
sia l’ufficio dove voi vi troviate, e senza che perciò dobbiate
perdere punto della tranquillità dell’animo.
Mi congratulo con voi del nascituro frutto dei vostri délas-
semens, al quale auguro l’ingegno e la virtù del padre. Vi ab-
braccio e vi saluto con tutto il cuore. Amatemi e adoperatemi.
Addio, addio.
892. |
Di Monaldo Leopardi. |
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Mio Caro Figlio
Voi nella infanzia vra vi occupaste della astronomia,1 ma non
credo che abbiate scoperta la costellazione del Pasticcio, ed è quella
appunto nella quale io nacqui perchè sono condannato a combattere
con Pasticcieri, e per quanto scriva e parli con una chiarezza che sà
di pedanteria spessissimo sono inteso a rovescio, e devo sudare il san-
gue per addrizzare li sgarroni altrui. Così mi accade adesso in propo-
sito dei due Benefizii di nostro Patronato domestico, sicché ho biso-
gno di voi onde non vadano smarriti con danno gravissimo della
Famiglia. Sentite.
Tentai, come vi scrissi, che voi poteste ritenerli in abito secolare,
ma ebbi in risposta che secondo le massime attuali della curia Romana
questo permesso era impossibile. Bensì il S.r Lavizzari, il più accre-
ditato di tutti li Spedizionieri, mi suggerì di chiedere la facoltà di ammi-
nistrarli 8 anni io med.° erogandone le rendite nei bisogni domestici.
Avanzai dunque analoga istanza, la quale dopo le consuete lungaggini
venne rimessa per informazione al Vescovo. TI buon Vescovo sotto-
scrisse la informaz.e che dettai io med.°, ma giunta questa a Roma si
intromisero le ferie Pasquali a ritardare ancora il disbrigo della fac-
cenda. Finalm* con l’ultima posta ho ricevuto il rescritto, e contro
la mia aspettativa, e contro la Lettera della mia istanza e della infor-
maz.e mi si accorda di sospendere la nomina finché il mio primo figlio
cioè voi, abbiate l’età di anni 14. Ecco come s’intende l’italiano nei