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888. Di Luca Mazzanti.
[Recanati io. Aprile. 1826.]

Signore ed Amico amatiss.0. Non so nasconderLe che il suo lungo silenzio mi è di pena. Ella, sem- pre gentile, cortese sempre, più non mi scrive. Ciò vuol dire ch’Ella più non m’ama, o che la sua salute soffre alterazione. Come potrei non essere in questo timore afflitto, standomi incessantemente nel cuore? Io La prego delle sue nuove, e le desidero tali da compensarmi del dispiacere che soffro a di Lei riguardo. Ne’ dì passati tornò qui il D.r Podaliri; mi richiese prima d’ogn’altro della sua persona, e fui mortificato di non poternegli dire cosa alcuna. Egli sta bene, e La saluta, e gareggia con me nel desiderio di rivederLa. E destino che io debba essere sempre in pena pe’ miei Amici che mi lasciano senza loro noti- zie. Da che il Padre Maestro Poni partì di Bologna, e sono oltre sei mesi, io più non seppi di lui. Favorisca di ricercarne codesti Frati, e me ne dica alcunché; non sapendomi persuadere ch’essi ignorino che ne avvenne. Sembra possa esservi una mossa di Governatori;1 però se trovasse bene di scrivere in Sua Famiglia che mi dessero altro baule in luogo di quello che io diedi a Lei mi farà cosa grata. Mi comandi, e mi creda a tutte prove Dev.° Obblmo Serv.c ed Am.° Luca Mazzanti Recanati 10. Aprile. 1826.

889. Di Antonio Fortunato Stella.
Milano 12 ap.lc 1826

Amico amatiss."10 Sono senza risposta alla mia i° corr.,cl M’immagino che questo provenga per parte dell'amico Moratti, intorno al quale scrivo a Lei direttamente, per sentire se egli mai fosse ammalato: il che assai mi rincrescerebbe. Congetturo questo dal veder ch’egli ritarda a rispon-