[Recanati io. Aprile. 1826.] |
Signore ed Amico amatiss.0.
Non so nasconderLe che il suo lungo silenzio mi è di pena. Ella, sem-
pre gentile, cortese sempre, più non mi scrive. Ciò vuol dire ch’Ella
più non m’ama, o che la sua salute soffre alterazione. Come potrei
non essere in questo timore afflitto, standomi incessantemente nel
cuore? Io La prego delle sue nuove, e le desidero tali da compensarmi
del dispiacere che soffro a di Lei riguardo. Ne’ dì passati tornò qui
il D.r Podaliri; mi richiese prima d’ogn’altro della sua persona, e fui
mortificato di non poternegli dire cosa alcuna. Egli sta bene, e La saluta,
e gareggia con me nel desiderio di rivederLa. E destino che io debba
essere sempre in pena pe’ miei Amici che mi lasciano senza loro noti-
zie. Da che il Padre Maestro Poni partì di Bologna, e sono oltre sei
mesi, io più non seppi di lui. Favorisca di ricercarne codesti Frati, e
me ne dica alcunché; non sapendomi persuadere ch’essi ignorino che
ne avvenne.
Sembra possa esservi una mossa di Governatori;1 però se trovasse
bene di scrivere in Sua Famiglia che mi dessero altro baule in luogo
di quello che io diedi a Lei mi farà cosa grata. Mi comandi, e mi creda
a tutte prove
Dev.° Obblmo Serv.c ed Am.°
Luca Mazzanti
Recanati 10. Aprile. 1826.
889. |
Di Antonio Fortunato Stella. |
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Amico amatiss."10
Sono senza risposta alla mia i° corr.,cl M’immagino che questo
provenga per parte dell'amico Moratti, intorno al quale scrivo a Lei
direttamente, per sentire se egli mai fosse ammalato: il che assai mi
rincrescerebbe. Congetturo questo dal veder ch’egli ritarda a rispon-