tipografica, sì per la diffusione del libro, non potrei raccoman-
darla a migliori mani. Il tipografo che mi si è offerto qui fra
gli altri, è il S. Cardinali; ma da questo Ella non dee temer di
ristampa, perchè penserò io ad impedirla, e son certo di riu-
scire. Da Firenze mi fu proposto un partito in genere, e senza
dirmi il nome dello stampatore, dall’amico Giordani, che aveva
allora il ms.!0, consegnatogli da me p[er] pubblicarne il saggio
nell’Antologia. Da Torino e da Napoli mi sono state offerte occa-
sioni di pubblicarlo vantaggiosamente da alcuni miei amici, che
avevano letta qui qualche parte del ms.to, ma che io non aveva
incaricato di cosa alcuna in questo particolare; e siccome io non
sono voluto entrare in discorso sulle loro offerte, prima di aver
sentite le di Lei intenzioni, così non le potrei dare di ciò altri
dettagli, nè indicare i nomi dei librai.
L’avverto che nel Saggio delle mie Operette pubblicato nel-
l’Antologia, sono corsi errori di stampa madornali, alcuni dei
quali guastano affatto il senso. Credendo farle cosa grata, ho
voluto prendermi la fatica di notarli, e le ne mando qui annessa
un’Errata. I complimenti della Sig.a Padovani e miei alla sua
famiglia. L’abbraccio con tutto il cuore, e la prego di continuare
a volermi bene come a suo vero, costantissimo ed affettuosis-
simo amico e servitore Giacomo Leopardi |
Caro Buccio. Avevamo visto dalla Gazzetta di Roma che l’Anto-
logia contiene qualche cosa del tuo: non sapevamo però se le tue ope-
rette morali vi erano in estratto, o per esteso, come ora da te abbiamo
sentito. Non ci compatisci tu dell’esser così all’oscuro su ciò che ti
riguarda, e ti par questa vita sopportabile? Certo, è stata per me una
piacevole sorpresa il sentire che una di queste sere, mentre io me ne
stava al solito sonnacchioso scongiurando le ore a correre, tu riscuo-