invitato prima, giacché non sono accademico, dal Segretario in
persona, a nome dell’Accademia; cosa non solita. Mi dicono che
i miei versi facessero molto effetto, e che tutti, donne e uomini,
li vogliono leggere. Salutami tanto tanto Mamma e Paolina, e
ringraziale assai delle fedi, a nome d’Angelina e mio. Non mi
sii tanto avaro delle tue lettere. Giordani saluta te e Paolina,
e riverisce Babbo, infinitamente. Salutami Luigi e Pietruccio.
Addio, Cariuccio mio caro.
885. |
Di Giuseppe Melchiorri. |
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Parigi 5. Marzo [ma aprile] 1826. |
Caro Giacomo
Sono a Parigi ma non mi scordo di te. Ieri abbiamo tenuto un lungo
discorso con Salfi, e Botta,1 ed ho parlato molto di te. Essi ti cono-
scono, ma non hanno potuto mai avere, e leggere le tue canzoni. Io
pure ne sono rimasto senza. A tutti questi danni puoi tu rimediare
mandandone un solo esemplare a me diretto sotto fascia, anche per
la posta, mentre chi sa che non siano ristampate. Vedi onninamente
di contentarmi, tanto più che Botta, e Salfi lo desiderano ardentemente.
Dammi nuove di tua salute, e dei tuoi ulteriori progetti. Quando pas-
sai a Bologna fui ben dolente di non averti potuto vedere. Ti voleva
ancora dire che il Segro di Stato quando partii mi parlò di te senza
che io le dicessi niente, e mi diede quasi per sicura la tua venuta a
Roma con una cattedra di Filologia. Ma chi sa? Io sempre temo. Addio,
amami e credimi sempre il tuo
G. Melchiorri
Il Mio indirizzo è questo
A M.r... Paris
Rue de Bourbon N. 28.
Hotel de Boston F. S.1 G.