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Di Vincenzo Degli Antoni. |
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[Bologna] Casa 16 Marzo 1826 |
Sig.r Conte Pregiatmo
La Sig.™ Marchesa Girolama Lapi mi commette di consegnarle la
Epistola,1 che sarà compagna di questa rispettiva mia. Eseguisco
volentieri una commissione che mi procura l’onore ed il piacere di osse-
quiarla, e di accertarla che mi pregio assaissimo di essere
di Lei Sig.r Conte Pregiatmo
Obmo e dev.mo Ser.e
Vincenzo degli Antonj
Cara Paolina
Ringrazia tanto e poi tanto per mia parte Babbo e Mamma
dei nuovi regali che mi mandano, i quali serviranno ad accre-
scere l’onore che mi son fatto qui coi fichi e coll’olio, di cui
non si finisce di dire il gran bene. Ringrazia poi il Babbo in
particolare delle notizie che mi dà di S. Gerio, il quale io non
mi era accorto che fosse il medesimo che S. Girio. L’affar di
Urbino non è combinabile, perchè una Cattedra veramente non
fa per me, che ho poca e nessuna voglia di faticare. E poi, a
dirtela così in confidenza, una cattedra di provincia non sarebbe
di convenienza d’un letterato mio pari, oltre che l’emolumento
sarebbe una miseria. Rallègrati da mia parte con Carlo del taglio
de’ suoi favorevoli, e digli che non erano più di moda, e che
non solo gl’inglesi ma anche i francesi, donne e uomini, che viag-
giano in italia, si ridono, come ho sentito io stesso, degl’ita-
liani che li portano. Se per rassomigliarmi a Carlo non ti pare
che mi manchi altro che la grassezza, consolati, chè io m’ac-
corgo, e tutti con meraviglia mi dicono, che mi sono ingrassato