Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1237

867. Di Vincenzo Degli Antoni.
[Bologna] Casa 16 Marzo 1826

Sig.r Conte Pregiatmo La Sig.™ Marchesa Girolama Lapi mi commette di consegnarle la Epistola,1 che sarà compagna di questa rispettiva mia. Eseguisco volentieri una commissione che mi procura l’onore ed il piacere di osse- quiarla, e di accertarla che mi pregio assaissimo di essere di Lei Sig.r Conte Pregiatmo Obmo e dev.mo Ser.e Vincenzo degli Antonj

868. A Paolina Leopardi.
Bologna 17 Marzo 1826.

Cara Paolina Ringrazia tanto e poi tanto per mia parte Babbo e Mamma dei nuovi regali che mi mandano, i quali serviranno ad accre- scere l’onore che mi son fatto qui coi fichi e coll’olio, di cui non si finisce di dire il gran bene. Ringrazia poi il Babbo in particolare delle notizie che mi dà di S. Gerio, il quale io non mi era accorto che fosse il medesimo che S. Girio. L’affar di Urbino non è combinabile, perchè una Cattedra veramente non fa per me, che ho poca e nessuna voglia di faticare. E poi, a dirtela così in confidenza, una cattedra di provincia non sarebbe di convenienza d’un letterato mio pari, oltre che l’emolumento sarebbe una miseria. Rallègrati da mia parte con Carlo del taglio de’ suoi favorevoli, e digli che non erano più di moda, e che non solo gl’inglesi ma anche i francesi, donne e uomini, che viag- giano in italia, si ridono, come ho sentito io stesso, degl’ita- liani che li portano. Se per rassomigliarmi a Carlo non ti pare che mi manchi altro che la grassezza, consolati, chè io m’ac- corgo, e tutti con meraviglia mi dicono, che mi sono ingrassato