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neppure l’ombra - e perciò non so come andrà a finire quest’affare, perchè Perdi alla fine si stancherà, e anzi egli è bello e stancato. E giusto a proposito di lui, mi scrive, sono pochi giorni, domandandomi se vorreste accettare una Cattedra in Urbino, ora che si faranno i mae- stri p[er] la nuova Università che hanno ottenuta. E mi pare che que- sto sia desiderio anche di altri Urbinati, i quali, dic’egli, parlano con ammirazione di voi - Per vro bene amo grandemente che abbiate tro- vato modo di uscire da Recanati; ma quanta consolazione sarebbe stata per me, se questa proposizione vi avesse trovato in grado di accettarla! - Luigetto si contenta di salutarvi tanto, e di non scrivervi, perchè non sa che cosa dirvi; tenendo per certo che voi non dubitiate del suo affetto, e di cui solo egli potrebbe parlarvi, dice, che non saprebbe dirvi altro. E dovete perdonarlo se ora non è tanto adattato a scrivere affettuosamente, poiché vi so dire, ch’egli è fuor d’esercizio affatto - Di Pietruccio vi dirò che prosegue felicemente nei suoi studj biricchi- neschi, i quali malgrado il suo nuovo abito gli stanno troppo a caro. Di altri studj poi non ne vuol sapere gran cosa, malgrado tutta la sua ammirazione per voi, che gli prende particolarm.0 quando vede il vro nome stampato, e che gli fa dire «Ma è dotto assai quel Giacomo!» Sapete che adesso abbiamo in casa un’immagine non perfetta ma ras- somigliantesi del vro viso? E chi diavolo sarà mai, direte voi? E Carlo, che ha tagliati i suoi favorevoli affatto, e che appena lo viddi in que- sto stato, mi parve di vedervi, e mi pare ancora particolarmente quando va in lenza; se non che egli è un poco più grasso di voi, ma è segno che l’aria di Bologna vi ha fatto bene. E così fosse vero; che non potete immaginarvi la pena che ci avete fatta raccontandoci il penare che avete fatto in quest’inverno, e che ci addolorava tutti fieramente. Ed ora partecipiamo con voi alle speranze della primavera ristoratrice, la quale s[en]za dubbio vi rallegrerà assai - Addio, caro Mucciaccio. La spe- ranza di essere amata da te mi rallegra molto di più che non quella d[ell]a primavera. [Di PlERFRANCESCO] Mio caro Giacomo fatemi il piacere di man- darmi un libretto uguale a quello che mandaste a Paolina.1 [Di Pao- lina] Tanto più che il mio se l’è preso il Gov[er]natore,2 e pare che non voglia degnarsi di restituirmelo.