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che mese, perchè non conta che pochi giorni.1 Sentendo che tu dicevi di farne uso, non ho potuto a meno di avvisarti, affinchè sapessi cosa dai al pubblico: del resto io non voglio togliere all’autore alcuna compia- cenza, e tu sarai abbastanza accorto non solo per tacere, ma ancora per non far sospettare nulla di questo mio avviso. - Mandami il tuo pro- dromo di Cic.e: altro è un manifesto librario, ed altro un prospetto che rende conto a tutte le nazioni colte del modo in cui sentono gl’italia- ni sopra un Classico, e dello spirito dei loro lavori su di esso. - Pao- lina mi dice che ringraziandoti delle tue ricerche pel velluto, te ne toglie la commiss.e mentre non ha trovato la qualità di sua soddisfaz.6. Il vetturale a cui tu niente devi, tornerà per quanto dice in breve dalle nostre parti: ti sia di regola. Intanto Buccio mio dolce, ricevi i miei abbracci.

860. Di Antonio Fortunato Stella.
Milano xi m.zo 1826

Amico amatiss. Conforme le accennai nella mia del dì 8 le mando col mezzo dell’a- mico sig. Moratti le prime stampe del Petrarca tali e quali sono uscite dalla Stamperia senza che sieno state rivedute da alcuno: son esse pro- priamente la prima prova. Conoscerà così se i compositori sien buoni, e mi dirà se debba continuar a mandargliele sempre di prima prova; ben certa che le sue correzioni verranno eseguite a dovere. La punta- zione è già quella stessa dell’edizione fiorentina che ha seguito quella della patavina.1 Io credo che il più che Ella avrà da fare, consisterà nella puntazione. Come al solito, quando avrà riveduto tutto, consegnerà subito il tutto al detto amico, a cui scrivo raccomandandomi che ritornino a me le stampe col mezzo il più sicuro e il più sollecito. Vedendolo, la prego raccomandargli ciò Ella pure, e l’abbraccio di tutto cuore. Il suo vecchio e cordialiss. am.co Stella