Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1224

856. Di Carlo Antici.
Roma 4 Marzo 1826

Nepote Cariss. Comincio il riscontro alla vostra dei 24 Feb.1 da quell’articolo nel quale resta direttami impegnata la convenienza vostra e mia. Io lo lessi estesami a Monsigi Invernizzi, il quale sempre pieno della più amabile modestia, mi disse che avevo fatto troppo: che non dovevo darvi questo fastidio; ma che sarebbe stato soddisfattissimo di avere successivamente le opere di Cicerone, che si ristampano in Milano pel- le cure di Stella, purché potesse avere l'esemplare in sola lingua latina. Io credo, che il Sigi Stella vi accudirà pienamente sì perche [sic] in tal guisa resta assoluto dalle altre promesse, sì ancora perche [sic] dovrebbe valer meno l’opera nella sola originale sua lingua, che colla traduzione italiana. Vi prego di ultimare da vostro pari l’affare. Quanto poi mi dite sull’attuale vostra situazione, io non ho mai sognato di crederla indecorosa, ne so invero quali mie espressioni pos- sono aver dato luogo a così irragionevole supposto. Trovo bensì giustissimo, che voi vi occupiate di quei lavori lette- rari, che (innocenti per se stessi, ed utili in molti aspetti) contribui- scono all’esercizio dei vostri talenti, e della vostra tranquilla esistenza. Se poi non ho lasciato, e non lascio di insistere perchè leggiate le indicatevi opere di Lamennais e di Maistre, egli è per essere io con- vinto che ne trarrete immensi vantaggi. Il modo, con cui quei due sommi scrittori hanno trattate le più alte questioni di Religione, Morale, e politica ha, oltre il pregio dell’originalità, anco l’altro del più splen- dido colorito, senza il quale i quadri meglio disegnati scompariscono. Le doglianze, che fate sulle deluse promesse sono purtroppo giu- ste, e deggio con mio rincrescimento approvarle. Ingiusto bensì è il disprezzo, con cui parlate del giornale Ecclesiastico di Roma, e non è che un’eco dell’anticristiano spirito del tempo, non mai del vostro in- timo convincimento. Verrà l’epoca, lo spero in Dio, e nel vostro senno, che conoscerete appieno l’indole malefica di questo spirito, e forse impiegherete le vostre veglie per impedire che non divenga il nostro spietato carnefice. Con vera compiacenza ho letto, che la vostra salute si ristabilisce al tepore dell’imminente primavera. Così mi è piaciuto assai di sentir