Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1215

rivedervi, amandovi realmente e veramente come faccio io, e come facciamo noi vri Fratelli. E in questo gran desiderio di voi, e priva- zione di ogni cosa che vi riguarda è venuto come un balsamo il vro libretto, per cui non ho termini a ringraziarvi, nè a farvi capire quanto mai mi sia stato caro, e con quanta gelosia lo tengo anche per timore di non perdere il diritto di possesso, che il vro indirizzo mi ha dato, e che ho fatto ben valere. Ed io vi ricordo sempre di farmi inscrivere nel numero degli associati alle vfe opere, perchè non mi contenterò della copia che manderete in casa, desiderando portarne meco nel mio nuovo futuro soggiorno, ove tutto quello che vi riguarderà avrà sem- pre per me lo stesso interesse. Aspettiamo poi molto ansiosamente quello che ci promettete nella vra a Carlo: e giusto a proposito di que- sta, vuole Carlo che vi dica, ch’egli non voleva dire che fosse costretto a francare le sue lettere come voi avete inteso, cosa che pur faressimo; ma intendeva dire che non vi aveva scritto da lungo tempo perchè Babbo non ci dava più la sua lettera diretta a voi come faceva prima, dandoci il permesso di scrivervi, ed essendo questo, era certo che in quel medesimo ordinario non ne avrebbero voluto francare un altra [sic], se uno di noi vi avesse scritto. Ed era questo precisamente il senso delle sue parole: e se egli non scrive qui, è perchè in questo momento è occupato a mangiare i scroccafusi non so dove, ed io gli ho detto che tornando non farebbe a tempo. - Consegnai a Fusello una lunga mia per voi, in cui vi raccontavo qualche bagattella del paese, ma come Dio volle, tutto vi fu consegnato fuori di quella. - E perchè non vi venga il desiderio di sapere cosa erano queste bagattelle, che a voi non importeranno certo niente, ve ne farò l’elenco. - La rinunzia di Puc- cinotti che ha avuto una Cattedra a Macerata; l’elezione di Podalirj fatta dal Consiglio istantaneamente e senza concorso malgrado tutta la contrarietà di Babbo (ma poi la Delegazione non l’ha approvata); l’aver noi veduto Ricci/ il quale ha parlato con Carlo di voi, che face- vate vita ritirata, ed assicurava che siete stato a Firenze non so quando, e diceva male di Giordani, cosa che mi ha fatto molto rabbia perchè spero ch’egli sia e meriti di essere ancora vostro intimo amico, e che nella biblioteca italiana vi era un articolo di critica sopra le vfe Can- zoni, che voi già conoscerete ec. - Vedete bene da questo se meri- tava di essere regrettée la mia lettera. E rapporto alla vra gita in Firenze, che Carlo ed io supponiamo possibile perchè in questa estate fossimo un tempo senza vfe lettere, e lo sentissimo anche dire da altri, come se lo avesse scritto quel tal Frate vro compagno di viaggio, ma che