in francese moule vuol dire pantoffola o pianella. Anche gl’ita-
liani nel cinquecento dissero mula nello stesso senso, e così ora
gl’inglesi mules. Queste voci vengono evidentemente dal latino
mola, che è la radice di molendina, diminutivo volgare e rustico
di quella voce. Cerca nel Forcellini e nei Glossari del Ducange,
Charpentier ec. (io qui non ho niente) la voce mola, e forse la
troverai usata in senso di pianella o scarpa o simile. Ma quando
anche ciò non si trovi nei Lessici, resta ora evidente che essa
ebbe nel latino volgare e nei tempi bassi questo significato.
Di Scoroscum non so che dire.
Voglimi bene. Salutami De Matthaeis, De Romanis, la Orfei.
Rezzi è morto o vivo? la Bibliot. Barberini in che mani è ora?
Addio, addio.
Degli actus scenici, non avendo qui alcun libro a proposito,
non ti saprei osservar nulla.
Mio padre mi scrive ultimamente da Recanati pregandomi
vivamente di ottenere da te il ritorno del suo Varrone. Egli è
gelosissimo de’ suoi libri, e io non so dargli il torto. Fammi il
piacere: vedi di sbrigarti di quel Varrone alla meglio, e di riman-
darglielo; te ne sarò molto tenuto. Addio di nuovo, addio di
tutto cuore.
[Recanati] 18 Febb.0 1826. |
Caro Buccio mio. Si è subito fatto quanto tu volevi, e spero che
contemporaneamente alla presente ne avrai la prova. - Tu hai dun-
que pubblicato una nuova contraffazione letteraria? Mi rincresce solo
che dovrai tardare qualche tempo a ritrarne onore, giacché più il lavoro
è perfetto, meno se ne darà il merito a te. Babbo nel leggerlo, non
voleva quasi persuadersi che quella non fosse scrittura antica. Io per
altro nè più intelligente, nè meno ammiratore dell’imitazione, non ho
dubitato un momento che la Farfa sia stata la tua camera, e per quanto
posso ricordarmi, almeno in parte, la nostra Libreria. Io non ho, te
l’assicuro, bastante speranza per formare un desiderio; pure mi pare