Carissimo Sig. Padre
Ricevo la cara sua dei 31 Gennaio. Già fin dal primo di que-
sto mese, il freddo qui, grazie a Dio, è molto scemato, anzi
abbiamo avuto qualche giorno quasi di primavera: io ho ripreso
le mie passeggiate campestri, e mi pare di esser rinato. Non ho
ancora riveduto Fusello. Il dono che Ella mi manda mi sarà caris-
simo, e mi servirà per farmi onore con questi miei amici, presso
i quali trovo che l’olio e i fichi della Marca sono già famosi,
come anche i nostri formaggi, che qui si stimano più del par-
megiano, il quale non ardisce di comparire in una tavola signo-
rile: bensì vi comparisce una forma di formaggio della Marca,
quando se ne può avere, che è cosa rara. Ella non dubiti che
i suoi libri non sieno per esser tenuti con tutta la cura possi-
bile, e restituiti puntualmente. Io me ne faccio responsabile.
A momenti debbo avere occasione di scrivere a Melchiorri, e
gli ricorderò la restituzion del Varrone, secondo che Ella mi
scrive. Ricevetti per la Diligenza l’abito e il tabacco, e ne la
ringrazio di nuovo cordialmente. Il tabacco ho cominciato subito
a usarlo, e mi piace molto.
Circa il benefizio; dopo scritta l’ultima mia, ho inteso che
Roma accorda qualche volta ai Patroni la facoltà di sospendere
la presentazione del nuovo Rettore per sei o otto anni, e di appli-
care intanto le rendite a un uso onesto, sopportati i pesi con-
sueti. Ella saprà meglio di me se questo sia vero, come mi si
assicura. In tal caso, e se Ella a quest’ora non avesse già dispo-
sto altrimenti del Benefizio, e credesse di potere ottenere senza
troppa difficoltà e incomodo una tal dispensa, riconoscerei come
un segnalato favore dalla sua bontà, se Ella volesse prevalersi
di questo temperamento per farmi godere, finché a Lei piacerà,
questa provvisione; la quale certamente mi riuscirà molto utile.
In questo modo, senza dare alla Casa altro incomodo, come io