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verso la Sua col desiderio di una communicazione come lo brama l’anima uscita fuori dallo Speco di Platone, piangendo la solitudine della misera turba, ed aspirando colle poche compagne alla divina luce. Xaìge.' Bunsen

828. Di Antonio Fortunato Stella.
Milano 28 gen. 1826

Amico amatiss."'0 Colla gradi sua del 25 ho ricevuto le varianti delle quali, non solo io, ma anche l’ab. Bentivoglio la ringrazia moltissimo, e la riverisce. Già le prime prove non son giunte, nè ghigneranno più; non sarà così delle seconde che riceverò col gruppo. Dopo domani o mercordì, le ne manderò delle altre, ch’Ella poi ritornerà al sig. Moratti a cui scrivo di nuovo in tal proposito. Già colle prove di stampa non dubito ricevere anche il secondo volumetto del Petrarca.1 Abbia riguardo alla sua salute, la prego; e quando raddolcirà la sta- gione, Ella si troverà in forza di supplire ai naturali ritardi. Ella mi ha messo una gran voglia di vedere il suo Epitteto; ma vada adagio, di nuovo la prego. Siam dell’eguale opinione riguardo alla traduzion del Facciolati, da preferirsi sempre a qualunque altra di nome non ben noto. Assicuri pur chiunque volesse saperlo, e, se occorresse, lo giuri anche sulla mia fede, che la lettera al sig. Pietro Giordani inserita nel N. Ricoglitore di decembre, e le due che si troveranno nel quaderno di questo mese, non sono del prof.r Costa, con cui non ho nè men rela- zione, ma che però amerei d’averla. Tutti gli amici le contraccambiano i saluti, e così la mia famiglia. Io poi l’abbraccio teneramente Il suo vecchio cord.,c am.co Ant. Forti Stella